Corbo: “Napoli ai preliminari ma non sarà come l’ultima volta, soprattutto per due motivi. Su Roma-Genoa…”

Corbo

Antonio Corbo scrive sull’epilogo della stagione del Napoli nel suo editoriale per Repubblica, il Graffio

La squadra del comandante Sarri dominava nello stadio Marassi con la forza della sua grazia la Sampdoria in uno stadio mortificato da sozzi cori, e credeva intanto che il calcio fosse limpido e giusto nel premiare i migliori, ma proprio nello stesso pomeriggio di primavera matura il tempo delle favole è svanito con le lacrime di Totti, fantastico bamboccione, campione senza età, il quarantenne dal cuore bambino che ha recitato piangendo la poesia dell’addio, il suo.

Il Genoa nel finale non ha osato di più. Due lunghe fiammate e si è spento proprio al 90esimo. Non ha smantellato la festa di Roma preparata per tempo in città. Ha svolto la sua parte ed è sparito all’improvviso come i comprimari dalla mesta Uscita Artisti dei grandi teatri, in scena rimangono i protagonisti, va così la sera delle comparse, poteva il Genoa sconvolgere il kolossal di Totti e i piani americani della Roma?

Terzo posto, quindi. Per entrare nei gironi di Champions il Napoli deve prima battere un club europeo in una doppia sfida. Ad agosto quindi finirà il suo campionato e comincerà la nuova stagione: gli andò male due anni fa, quando fu escluso con squadra non rinforzata e Benitez emarginato dall’Athletic Bilbao.

Non andrà così quest’anno, perché sta per rientrare in Europa un altro Napoli. L’ha ribadito anche ieri: non esiste squadra in Italia, e non solo, che abbia la sua stessa perentoria eleganza, il micidiale congegno offensivo, quei lampi che bruciano. Il terzo gol, costruito nell’area di porta, al limite della linea di fondo, Insigne da sinistra per Callejon in contro-lato a destra che rimette al centro per la cresta nera di Hamsik.

Dov’era la Samp in questi 10 secondi di delirio tecnico, di potenza schematica, di temeraria inventiva? Vale la copertina dell’intero campionato, se non disturba Juve e Roma, le sole ora certe di essere già in Champions. Napoli grandissimo e malinconico. È questo il calcio senza più favole, l’ultima era di Totti e se l’è raccontata lui stesso.

Questo Napoli è pronto a sfidare la Juventus. Il comandante Sarri ha trovato in Mertens un bomber da 28 gol, 4 più di Higuain. Una organizzazione offensiva da 50 gol in trasferta, record che sbriciola quello della Juve stagione 49-50, la Juve di Boniperti, Praest, Piccinini e Bizzotto. Gli ultimi due nomi circolano ancora nel calcio: bravi telecronisti. Gli 86 punti non hanno precedenti nella storia del Napoli, che non è stato mai così vicino alla Juve, appena 5 di ritardo.

Il Napoli riparte con una squadra formidabile nel produrre gol, ma attrezzata anche nei ricambi. Zielinski, Rog, Maksimovic rigenerato da un lieve intervento hanno contato solo pezzi di partite, la ricerca di due poderosi ricambi per le corsie esterne è già cominciata con Bereguer e non è finita, ha acquisito finalmente l’impronta del leader anche Hamsik, fino a poco tempo fa talento discontinuo, un faro intermittente come quelli dei porti nelle notti di nebbia.

La società dovrà risolvere il caso Reina. L’ha anche aperto. La sgradita battuta a cena del presidente ha irritato l’anziano portiere, peraltro uno dei sindacalisti. Il tweet di Reina ha gettato tutto nell’oceano opaco del web.

Ieri, subendo tra sé ed il primo palo, il gol di Alvarez ha suo malgrado posto una domanda: gli spetta un contratto prorogato ad uno o due anni come spera, o un concorrente temibile che lo tenga sveglio in una stagione che non ammette battute e neanche errori?