Corbo: “Napoli, non finisce qui. Su Gabbiadini, Hamsik e Valdifiori…”

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Antonio Corbo scrive su Villareal-Napoli sul suo editoriale per Repubblica, il graffio

In Spagna come in Italia, da Torino a Vila-Real soffia un vento ostile. Il Napoli perde nel finale due partite giocate bene. Quella di Europa League ancora meglio ieri sera, perché non si misurava con la stanca ma potente armata juventina: lo batte il quarto club della Liga, apparso inferiore alle leggendarie descrizioni. Cullato dai cori sul motivo del Beatles il “Submarino amarillo”, il sottomarino giallo, è unità di cabotaggio medio, meno temibile di quanto si pensasse dopo il sorteggio Uefa. Il Napoli, se vuole, può giovedì prossimo eliminarlo. Appuntamento al San Paolo, e senza timori.

Si può discutere sull’ampio turnover. Sei nuovi su 11 sono troppi, certo. Ma deludono alcuni dei giocatori confermati. Hamsik porta alta la sua vela nera quando tutta la squadra lo chiama in avanti: si impone se il Napoli ha ritmo e occupa zone avanzate. Se solo la squadra si abbassa, anche Hamsik si piega. Se gioca trenta metri dietro, da mediano sinistro puro, riceve infatti la palla e la restituisce: mai una costruzione meditata o una ripartenza, se ne libera subito e male. Sarà un caso, ma nella fase migliore del Napoli, nei primi 30 minuti della ripresa, con il Villareal compresso nella sua metà campo, ed il Napoli che volava felice in triangoli, si è rivisto il capitano bene ispirato sulla trequarti, pronto a dettare passaggi verticali interessanti.

Si riapre il dibattito anche su Gabbiadini. Giusto farlo giocare, ingiusto non metterlo a suo agio. Non è scattista da contropiede come Insigne o Callejon, né ha il coraggio del bomber all’antica come Higuain che va anche in profondità affrontando uno, due, anche tre rivali. Bisogna servirlo sui piedi. Gabbiadini appena ha la palla, scatta e tira. Non cerca con lo sguardo il compagno o lo scambio. La distanza dalla porta ne giustifica talvolta l’imprecisione.

A Sarri si deve una fantastica e insperata stagione. Ma si spera che non respinga qualche ipotesi di novità. Può essere utile in certe fasi della gara abbinare Gabbiadini a Higuain. Una variante tattica non azzardata a Torino dopo l’infortunio di Bonucci sabato né ieri sera, quando si sono purtroppo rivisti insieme per 17 minuti Insigne subentrato a Callejon e Mertens dirottato a destra. Vanno alternati, non accoppiati.

I rilievi non falsano il giudizio complessivo: Napoli nella ripresa superiore, quando con il pur voluminoso turnover gioca in velocità e ampiezza, sostenuto in difesa da un più che decoroso Chiriches ed un sorprendente Strinic, creativo e preciso nelle proposte. Meno brillante tra i nuovi appare Valdifiori, con l’alterna collaborazione di Hamsik e un modesto arbitro che gli attribuisce un dubbio fallo, peccato, proprio la punizione che regala agli spagnoli il primo turno. Tutto come a Torino. Bisogna riscrivere una frase schietta, insopportabile e non ipocrita. Non finisce qui.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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