Corbo: “Quella frase di Sarri è una promessa e un addio. Nelle 7 parole lo scenario della nuova stagione…:

corbo

Antonio Corbo scrive sul futuro di Sarri nel suo editoriale per Repubblica, il Graffio

Più che una frase, Sarri da Roma spedisce un enigma. «A Napoli ho un lavoro da finire». Proviamo a decifrare. Nelle 7 parole corrono tante cose: la promessa e un addio, l’annuncio della conferma ma anche l’ansia di vincere, vincere qualcosa di importante e presto, perché ha fretta. Dove vuole andare, chi l’aspetta, pensa ad altre squadre e terre? Per leggere meglio nei suoi pensieri, va recuperata un’altra frase, Sarri non le butta mai lì per caso: «Voglio arricchirmi, presto dovrò dare alla famiglia tutto quello che le ho tolto». Era sabato, 13 maggio, e mancava un giorno alla partita di Torino. Non tutti capirono.

Si pensò alla solita frecciata contro De Laurentiis. Errore. L’incontro a Roma rivela invece che il presidente sta uscendo dallo schermo privato di Sarri. Avrà con lui rapporti corretti, l’ha ringraziato per primo dopo il premio Bearzot. Ma superati i 58 anni insegue non solo le vittorie, anche i contratti d’oro: il nuovo orizzonte non è più quello che vede sfumare la mattina sull’isola d’Ischia dalla finestra di Castel Volturno. Può guadagnare molto,
ma lontano.

«Ho un lavoro da finire». Già, la strana frase di ieri, Sarri sente che deve portare il Napoli più in alto possibile, non ha tempo da perdere, e poi? Lo snodo è già fissato: 30 aprile 2018. Sarri avrà un premio per il terzo posto, ma non è stata rimossa la clausola ancorata all’accordo del 27 maggio di un anno fa. Tra dieci mesi, club e allenatore saranno alla resa dei conti. Delle due l’una: il Napoli non confermerà Sarri, versandogli un milione di buonuscita. Sarà oppure Sarri a chiudere, lasciando nelle casse del Napoli otto milioni di penale.

C’è un club nel mondo pronto a pagare un ingaggio sontuoso e, sottobanco, pure la penale al Napoli? È possibile. A tre condizioni: 1. che Sarri ripeta il gran gioco e vinca qualcosa d’importante. 2. che Sarri accetti di lavorare in Inghilterra o per i cinesi. 3. Che De Laurentiis non inventi come nel bridge il colpo imprevisto.

È lo scenario della nuova stagione. Non si parlerà d’altro, purtroppo. Sarà un limite il contratto in scadenza. Ma oltre che dei loro rapporti, hanno parlato anche del Napoli? Si può immaginare. De Laurentiis avrà sollecitato l’impiego dei giovani talenti, Sarri ne avrà confermato il valore. Ma Zielinski, Diawara, Rog, Maksimovic avranno più spazio? Altro tema delicato: aldilà dell’insulso fiorire di voci sul web, qual è il giudizio tecnico di Sarri su Reina, si assume la responsabilità di confermare il portiere maturo che lancia tweet come fulmini, o gli sta bene un altro?

Forse è tutto qui il futuro del Napoli e di Sarri. Giusto che abbia vinto il premio Bearzot, nessuno meglio dell’allenatore in tuta ne ricorda la saggezza operaia, la lealtà sindacale, il carisma ruvido ed efficace. Di Bearzot farà bene Sarri a ricordare anche qualche delusione. L’eccessiva gratitudine agli eroi di Madrid ‘82 determinò il flop nel mondiale successivo, Mexico ‘86. Sarri ha svolto un grandissimo lavoro. Entrerà tra i primi allenatori d’Europa, sempre più cinici e vincenti, se saprà vincere rinnovando. Le formazioni si leggono nella mente e mai nel cuore.