Coronavirus, in Usa oltre 100.000 morti: in Brasile 1000 morti in 24 ore

Coronavirus, in Usa oltre 100.000 morti: in Brasile 1000 morti in 24 ore

Il superamento della soglia dei 100mila morti è emerso dai calcoli del New York Times, che dedica l’apertura del sito a tutte le vittime in un pezzo dal titolo “L’incalcolabile perdita“. Si tratta del numero assoluto più alto di decessi in un solo Paese per il virus e il numero delle vittime eccede quello dei militari americani morti in tutti i conflitti combattuti dagli Stati Uniti dalla guerra di Corea in poi. La pandemia del coronavirus si appresta a diventare la più letale della storia Usa dopo quella della spagnola nel 1918 in cui persero la vita 675mila americani.

Se nel complesso l’emergenza sanitaria riguarda le due Americhe, la direttrice dell’Oms, Carissa Hetienne, ha chiarito che “la preoccupazione è grande per l’America latina”, perché “essa ha superato ormai nel computo giornaliero dei contagi da Covid-19 l’Europa e gli stessi Stati Uniti“. Oltre alla dinamicità della trasmissione del virus in Messico, quarto Paese latinoamericano per contagi (74.560) e secondo per decessi (8.134), Hetienne ha sottolineato che “in Americameridionale siamo particolarmente preoccupati per i casi confermati la scorsa settimana in Brasile, che sono stati i più alti al mondo, sulla base di un periodo disette giorni, da quando l’epidemia si è manifestata”. E la responsabile dominicana non si è fermata qui, aggiungendo che “sia Cile, sia Perù stanno rilevando un’alta incidenza di casi di coronavirus, un segnale che il contagio si sta accelerando anche in questi due Paesi”.

A preoccupare l’Oms e i governi del subcontinente c’è il fatto che le strutture sanitarie esistenti non sono state pensate per pandemie come l’attuale per cui, già prima dell’arrivo del picco, molti ospedali e centri medici sono giunti al punto di collasso, soprattutto per rianimazione e respirazione assistita.

Per questo, pensando a Paesi con politiche di contrasto della pandemia non del tutto ortodosse (ad esempio Brasile e Nicaragua), Hetienne ha sottolineato che “per molte Nazioni delle Americhe non è questo il momento di flessibilizzare le restrizioni o di ridimensionare le strategie preventive”.

Certo, che dopo oltre 70 giorni di quarantene e isolamento sociale che hanno bloccato le popolazioni in casa e paralizzato l’economia formale e informale, il malessere sta serpeggiando sempre più chiaramente, come dimostrano gli incidenti fra manifestanti e forze dell’ordine, avvenuti nelle ultime ore in Cile ed Ecuador.

 

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