Se Atene al momento piange, Sparta può almeno provare a sorridere. Le due facce della medaglia di una difesa per ora costretta a fare affidamento su di un Koulibaly che per definirlo già super ce ne manca davvero poco (anche se sul gol di Denis…). Albiol ha attualmente bisogno di guardarsi sulla carta d’identità per riconoscersi (pur nel momento poco felice, ha comunque offerto qualche sprazzo degno di nota, tipo l’irresistibile percussione contro il Verona), insomma non è lui e non pare offrire adeguate garanzie. Si spera che possa ritrovarsi a breve me, nel frattempo, il peso della difesa (zona centrale) è nei piedi e nella testa di Kalidou Koulibaly. Che perciò, a differenza del compagno di reparto, ha tutti i motivi per almeno accennare un sorriso.
DOTI. Come altri accolto con un certo scetticismo, il 23enne ex Metz e Genk, s’è fatto largamente apprezzare per impegno, continuità e, perché no, anche per bagaglio tecnico. Non di certo statico, a volte eccellente nell’anticipo, ha più volte evitato agli azzurri passivi ben più marcati. Con qualche sbavatura, certo, ma nel suo caso la bilancia pende nettamente dalla parte del segno più. E’ inoltre dotato di intelaiatura al titanio, una sorta di macchina da guerra, visto che dei 14 incontri ufficiali ne ha saltato solo uno, l’ultimo di Europa League contro lo Young Boys. Totalizzando ben 1170 minuti, di cui 810 in campionato. E poi un gol al Palermo e due assist. Niente male per uno che, quando in primavera si cominciava a pronunciare il suo nome, le facce subito si contraevano in espressioni di sommo stupore.
Fonte: Corriere dello Sport