Chiuso il calciomercato (e aggiungerei ‘era ora’) si può finalmente parlare di calcio giocato, cioè quello che si basa su fatti realmente accaduti e non su storielle frutto di mera fantasia di alcuni personaggi. Fino a gennaio, dunque, possiamo godere della pace più assoluta senza l’assillo dell’esperto di turno pronto a propinarci le ultime ‘operazioni’ di mercato.
Già sto pregustando i prossimi tre mesi senza le tipiche frasi: “manca solo la firma”, “siamo ai dettagli”, “le parti si sono lasciate con la promessa di rivedersi fra qualche settimana”, “da fonti molto vicine alla società abbiamo saputo che…” e cantilene varie.
Tutto rimandato a dopo Natale e, almeno fino ad allora, potremo ritenerci liberi dall’ingombrante presenza dell’esperto di calciomercato.
Ma chi è l’esperto di calciomercato?
L’esperto di calciomercato è una figura mitologica ‘metà uomo e metà smartphone’ aggiornatissima su tutte le trattative in corso, su quelle concluse e su quelle ancora da elaborare. Lui ha agganci ovunque: alberghi, ristoranti, locali alla moda, lounge bar, aeroporti, fruttivendoli e pescherie di fiducia. Ha sempre una fonte da cui abbeverarsi e non ha mai un dubbio, lui ha certezze.
In genere è un giornalista di sesso maschile assiduo frequentatore di programmi televisivi e radiofonici.
Ovviamente, la bravura di questi professionisti viene misurata in base all’attendibilità delle informazioni che passano e, posso garantire, che di esperti di mercato veramente preparati ce ne sono ‘tantissimi’ nel panorama pallonaro italiano (ne conto almeno due).
Non è da tutti tirare fuori dal taccuino 200 nomi al giorno (per non azzeccarne nemmeno uno) o inventare di sana pianta trattative che nemmeno la fantasia di un bambino di tre anni sarebbe in grado di partorire.
Ci vuole veramente tanta competenza nel dare per conclusa un’operazione il giorno prima e poi smentirla seccamente il giorno successivo millantando addirittura storie del tipo: “la compagna del calciatore X non gradirebbe il trasferimento nella squadra Y perché in città non c’è un solo negozio che venda il suo smalto preferito”.
Insomma, se non si è capito, non è che il primo arrivato può improvvisarsi esperto di mercato. Occorre una notevole preparazione oltre a una certa padronanza del linguaggio giuridico dal momento che i contratti fra calciatori e società diventano sempre più complessi. Lasciamo stare poi che l’esperto di mercato continui a parlare erroneamente di “rescissione” del contratto laddove si tratti di “risoluzione”, ma queste sono quisquilie. Ciò che conta è produrre, riempire palinsesti e giornali di roba che interessi ai tifosi perché queste sono le regole dello show- business. Che poi le notizie siano il più delle volte false poco interessa, l’importante è vendere.
È vero, nel giornalismo moderno conta dare la notizia prima degli altri perché anticipare gli altri significa trasmettere un segnale di potenza alla concorrenza.
La domanda è: se dare una notizia prima degli altri può essere segno potenza, come possiamo classificare la notizia data prima degli altri assolutamente priva di fondamento?