Federica Cafferata: ”Napoli la reputo la mia città. Mi trovo molto molto bene”

Cafferata Federica

Cafferata: a Napoli mi sono capitate delle situazioni che a Genova non mi capiterebbero mai. Tipo? La vicina che alle 8 del mattino mi bussa per chiedermi se volevo il caffè

La calciatrice del Napoli Femminile, Federica Cafferata, intervenuta in Live Istagram con NapoliSoccer.NET, ha risposto alle domande dei tifosi circa la sua esperienza calcistica anche spiegando come affronta l’attuale delicato momento.

Queste le sue risposte:

Come procede la quarantena?

“Sono tornata a casa a Genova, relativamente subito e prima che scoppiasse il caos del Cornavirus. Sto bene, le miei giornate tra studio ed allenamenti vari riesco a viverla bene”.

Cafferata come cerca di mantenere la forma fisica in questi giorni?

“Si cerca di mantenere la forma fisica per non perderla mai, altrimenti dopo per riprenderla bisogna ricominciare tutto da capo. In questo periodo ci si allena per mantenersi in forma, si fanno gli stessi allenamenti che si sono fatti durante l’anno e si ripete da sole ed in privato quello che si è fatto fino ad oggi. Tra pesi ed attrezzi vari ci si arrangia un po’, tuttavia mi sono comprata un tapis roulant per poter correre. Non mi faccio mancare nulla, sono anche riuscita a comprare i pesi, tuttavia se devo usare una pesatura inferiore adopero le bottiglie. In casa siamo molto creativi e mio fratello ha costruito un bilanciere. Ha preso come asta un manico di scopa, ha preso due casse d’acqua da sei bottiglie l’una e le ha posizionate ai lati ed ha fatto così un bilanciere. Con le bottiglie puoi avere il problema dell’oscillazione del peso, tuttavia la bottiglia più è piena, meno spazio c’è per far oscillare l’acqua e più equilibrato è il peso. L’ideale sarebbe utilizzare i pesi ma se non si ha questa possibilità vanno bene anche le bottiglie”.

Come procede la stagione?

“La stagione procede bene, siamo partiti a luglio con grande entusiasmo, facendo 10 giorni di ritiro per raggiungere l’obiettivo prefissato che è il raggiungimento della Serie A . Ora con il fatto del Virus, speriamo di guadagnare in qualche modo la Serie A, o sul campo se si dovesse riprendere, o in altro modo. Siamo la squadra che ha dimostrato di meritare di più la Serie A, dato che abbiamo vinto entrambi gli scontri diretti con San Marino e Lazio. Speriamo di salire. La mia stagione procede bene, solo che a differenza delle altre è stata caratterizzata da diversi infortuni; quindi sono stata costretta a fermarmi. Mi spiace perché ora che sono sana da diverso tempo ci siamo fermati a causa del Coovid”.

Oltre al calcio Cafferata studia anche?

“Studio grafica e web design. Sto portando avanti un progetto bello importante da diverso tempo. Purtroppo, essendo una persona molto creativa ma, essendo costretta a restare a casa a causa di questo virus, sto perdendo un po’ di ispirazione. La creatività è di famiglia, anche se io sono diametralmente opposta a mio fratello, io sono più solare mentre lui è più cupo. Nonostante ciò gli voglio bene lo stesso.

Come ti trovi a Napoli?

“Mi trovo molto molto bene. Napoli la reputo molto la mia città. Per come sono fatta caratterialmente Napoli è la città giusta per me. Sono solare e calorosa come voi napoletani. Queste, oltre ad essere le miei principali caratteristiche, sono anche quelle della maggior parte di voi napoletani. Ho fatto amicizia con tante persone che abitano vicino casa: macellaio, pollivendolo, il salumerie, il panificio ed il ferramenta, che saluto dato che ogni tanta passa a controllare se tutto va bene”.

Qual è il bilancio di questa stagione?

“C’è sempre qualcosa da migliorare, punto sempre a fare di meglio ma il mio bilancio non è del tutto negativo. È stata la prima stagione lontano da casa ma in tutta onestà non ho patito questa cosa. Purtroppo ho avuto qualche infortunio di troppo che mi ha costretto a stare ferma ma sono stati infortuni di sfortuna e non fisici. Ad inizio settembre mi ha punto il ragno violino, che mi ha gonfiato il gomito in maniera pazzesca e non mi sono potuta allenare per due settimane. Il veleno mi ha colpito i nervi e non riuscivo a muovere il braccio. La stagione scorsa mi sono fatta male al flessore, quest’anno ho avuto improvvisamente una ricaduta e sono stata di nuovo ferma. Ho avuto tanti piccoli infortuni che sono durati pochi ma sommando tutto il tempo che sono stata ferma sembra che sia stato tanto. Infortuni a parte, che hanno reso la mia stagione altalenante, mi sento di aver fatto bene. A livello personale sto imparando tanto; poiché il mister mi sta dando la possibilità di imparare tanti ruoli diversi. Quest’anno mi sono fatta la fascia, dato che ho fatto, l’esterno, il terzino e la mezzala”.

Calcisticamente quanto è difficile adattarsi ad un ruolo?

“Una giocatrice completa è quella che riesce a fare suo ogni ruolo. La difficoltà nel passare dal fare l’attaccante esterno a fare il terzino è difendere, anche il terzino attacca, quindi la fase di spinta ti viene spontanea, mentre difendere ti viene un po’ meno. Sono felice che il mister mi riconosca questa mia caratteristica di essere duttile ed io mi trovo bene ovunque: avanti, dietro ed in mezzo. Quando lavoriamo, facciamo tanto lavoro di tattica ed io ad ogni allenamento ho la possibilità di vedere e di apprendere come una mia compagna si muove dietro”.

Cafferata sulle similitudini tra Napoli e Genova?

“Sono sempre stata molto aperta al mio trasferimento a Napoli. Nella città partenopea non c’ero mai stata, quindi non avevo la minima idea di come fosse la città e non sapevo cosa aspettarmi. Napoli e Genova sono molto simili, tanti saliscendi ma la cosa più di tutte e che mi ha colpito di più è che a Napoli in qualsiasi strada ti trovi, all’improvviso sbuchi dinanzi ad un panorama spettacolare. A Napoli mi sono capitate delle situazioni che a Genova non mi capiterebbero mai. Tipo? La vicina che alle 8 del mattino mi bussa per chiedermi se volevo il caffè. Poi i primissimi giorni, di ritorno dal ritiro, con la mia coinquilina Elisabetta Oliviero eravamo alla ricerca di un cuscino perché non li avevamo ancora in dotazione. Era agosto, erano tutti chiusi ma abbiamo trovato una signora che ha chiamato un amico e ci ha portato subito due cuscini. Quando gli abbiamo detto che giocavamo nel Napoli Femminile: apriti cielo, ci hanno detto tante cose di incoraggiamento e ci hanno voluto bene fin da subito. A Napoli, il Napoli è una fede”.

Quando hai detto che andavi a Napoli, ti hanno mai distolto dal venire?

“Amici, familiari e parenti non mi hanno mai dissolto dal venire a Napoli. Nessun luogo mi ha fatto pensare di dire di no a Napoli e a non venire. L’unico ostacolo mentale che ho avuto prima di venire, era la troppa distanza che intercorre tra Napoli e Genova, per una prima esperienza lontana da casa”.

Con chi hai legato nello spogliatoio?

“Sono una ragazza a cui piace socializzare molto con le persone, quindi non ho avuto problemi a legare con le mie compagne di squadra, Ho legato molto con le miei coinquiline, con le quali vivo 24 ore su 24, poi con Azzurra Massa perchè siamo molto simili, anche con Benny De Biase, poi Fefy Russo ed anche con le ragazze straniere non ho avuto difficoltà a legare. Il primissimo giorno sono stata un po’ timida ma poi è andato tutto da copione per come sono fatta io solitamente”.

La Squadra futura di Cafferata?

“Ad ora non ho in mente una squadra dei sogni o qualcosa. Attualmente sogno di andare in Serie A e di andarci con il Napoli; poiché vorrebbe dire aver guadagnato meritatamente la promozione. Non c’è una squadra futura dove vorrei andare, mi piacerebbe restare qui il più a lungo possibile ed arrivare a vincere il più possibile”,

Sogni nel cassetto?

“Portare avanti le mie due passioni, quella dello studio e del calcio. Sono le miei due più grandi passioni e spero di portarle avanti entrambe. Sono due impegni importanti ma volere è potere, quindi riesco a conciliare bene entrambe le passioni. A Napoli mi sono trovato in una realtà ribaltata rispetto a quella dell’anno prima: se l’anno scorso c’era prima la scuola e poi il calcio, adesso stando giù per il mio lavoro viene prima il calcio e poi lo studio. Mi devo adattare di conseguenza ma quello che faccio mi impegna tanto, sono fortunata dato che lo posso fare in qualsiasi posto portandomi dietro il mio hard disc ed il pc. In questo momento stando a casa mi dedico di più allo studio, mentre prima era più difficile; poiché avendo meno tempo libero, studiavo molto di meno. Il tempo che dedico allo studio è il tempo che tolgo a me. Ho sempre lezioni 3 volte alla settimana di mattina e non avendo allenamenti potrei riposare ma invece adopero quel tempo per seguire le lezioni. Anche il Lunedì è il giorno di libertà dagli allenamenti ma lo sfrutto per studiare”.

Immagini una carriera alla Giacinti, che partendo dal Napoli ha calcato palcoscenici molto importanti?

“È un obiettivo che mi posso prefissare, fare una carriera come l’ha fatta lei. Mi farebbe piacere partire da questa maglia per fare una carriera di tutto rispetto come quella della Giacinti. Tuttavia sta a me lavorare, migliorare, non mollare e dimostrare tutto il mio valore”.

Ci spieghi il significato del tatuaggio che hai sul braccio?

“È un aneddoto divertente questo del tatuaggio. È un tatuaggio che ho con il mio papà ed abbiamo la scritta “siamo come siamo”.  Questa frase rappresenta noi, che siamo come siamo: semplici, leggeri, estroversi e che prendiamo la vita così. Affianco alla scritta ci sono due chicchi di caffè che rappresentano me e lui. Noi di cognome facciamo Cafferata; perciò i due chicchi di caffè sono un richiamo al nostro cognome. Intensità alta perché porto la gente allo sfinimento, ma bevo caffè ad intensità leggera.

Il gol più bello e quello che ti ha dato più gioia a Cafferata

“Il gol più bello l’ho fatto due anni fa su punizione da lontano, devo dire molto molto bello. Quello che mi ha dato più gioia e soddisfazione è fatto durante la finale scudetto con il Ligorna. Vincevamo 2-1 ma la squadra avversaria attaccava, la partita era in bilico ma con il mio gol del 3-1 abbiamo chiuso e vinto la partita.

Una parola per descriverti?
“Estroversa. Sembra banale e scontato ma è così”.

Cafferata Federica

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Vincenzo Vitiello

Giornalista --- Vice Direttore

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