FOTO – L’allucinante racconto: in treno con gli ultras del Verona

Napoli-Verona è da sempre considerata una partita a rischio per il rapporto poco pacifico tra le tifoserie; gli scontri di ieri purtroppo, lo dimostrano. Ma non sono gli unici episodi da segnalare. Un altro fatto degno di nota lo ha riportato sul suo profilo Facebook il consigliere del Comune di Napoli Francesca Menna, che ha raccontato un viaggio in treno accanto agli ultras del Verona.

Ci hanno terrorizzato tutto il tempo, ha scritto, “Erano ubriachi persi e  urlavano cori violenti e apprezzamenti volgari su ogni donna che passava comprese le controllore donna di Italo. Erano un centinaio, il capotreno non ci ha permesso di spostarci (in enorme difficoltà lui stesso come tutto il personale) ed è stato davvero un incubo che non finiva più!”

Il racconto si è fatto via via più dettagliato: “Ho percepito la violenza del branco e la totale impotenza. Mentre entravamo in stazione a Napoli (finalmente) hanno perso completamente il controllo e cercavano pretesti per litigare . Ho dovuto sentirmi per più di 4 ore cori che inneggiavano alla morte mia in quanto meridionale, dicevano che puzzo, che siamo mongoloidi e africani (come se fosse un’offesa), che io sono una p…na (poiché tutte le mamme meridionali lo sono) e cheammazzarci non è un reato! Alcune cose le dicevano in dialetto ed avendo una mamma friulana per assonanza parecchie cose le capivo (e non posso riportarle)”.

Ha definito il tutto “ignobile”, perché “è ignobile dovere sopportare questa violenza senza sentirsi in qualche modo protetti e rispettati, è ignobile che una signora anziana, sola e terrorizzata ci guardava per avere conforto, è ignobile dovere essere umiliata da squadristi senza potere dire una parola per non scatenare la violenza del branco, è ignobile che in Italia persone con gravi disturbi del comportamento sociale possano, in gruppo, fare scorribande violente senza alcun controllo, è ignobile che questi giovani virgulti possano ostentare corpi tatuati con svastiche e croci celtiche con tanto di data 1939, l’unico modo era ignorarli e fare finta di niente ma è stata dura, davvero continuo ad avere la prova che in Italia vince sempre il più forte….

“Ah, dimenticavo, ero in I° classe!, la chicca finale che mette termine ad un vero e proprio racconto del terrore.