Galeazzi – L’addio per il più iconico giornalista italiano

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Arriva la notizia della morte di Galeazzi. Una voce che ha segnato gli amanti dello sport e i tifosi del Napoli

Un pezzo di sport italiano che va via. Il 12 novembre è un giorno triste per il giornalismo italiano e per il mondo dello sport a causa della notizia della morte di Giampiero Galeazzi. L’ex canottiere romano dopo aver combattuto per molti anni contro la sua malattia, il diabete, si è dovuto arrendere all’età di 75 anni. L’annuncio della sua dipartita è stato dato dalla figlia tramite social: “Papà ora è felice, è in barca, sta remando sul suo Tevere”. Un professionista con la “P” maiuscola che, attraverso la sua voce, ci ha lasciato impresso nella nostra mente ogni singolo momento sportivo italiano.

La carriera del “bisteccone”

Per scrivere qualcosa sulla vita di Galeazzi diventa un’impresa complessa. Infatti, il “bisteccone” (soprannome datogli da Gilberto Evangelista), dopo essersi laureato in economia, inizia la sua carriera sportiva come canottiere professionista dove riesce a vincere il titolo italiano nel singolo e nel doppio nel biennio 1967-68. Dopo aver partecipato alle selezioni per le Olimpiadi in Messico ’68, decide di dedicarsi alla sua seconda passione, il mondo dell’informazione. L’assunzione in Rai negli anni ’70 con le prime telecronache e, successivamente, le interviste in campo con la Domenica sportiva, 90° minuti e Mercoledì Sport permettono a Galeazzi di entrare nelle case degli italiani grazie al suo modo di raccontare gli eventi con spontaneità ed umiltà. Due caratteristiche che l’hanno sempre accompagnato durante i suoi racconti e nel modo di auto-ironizzare sulla sua stazza fisica, creandosi un personaggio televisivo che non ha mai rinunciato a partecipare in tutti gli sketch lontani dal mondo sportivo, come a Domenica In di Mara Venier.

L’indimenticabile telecronaca

Di Gianpiero Galeazzi si ricorderà soprattutto la sua voce. La caratteristica della telecronaca del giornalista romano era la piena enfasi e il tono di voce che cresceva durante la gara, fino ad arrivare all’urlo finale. Così è stato per celebrare la vittoria dei fratelli Abbagnale nel canottaggio per le Olimpiadi di Seul del 1988 quando gli atleti riuscirono a conquistare una storica medaglia d’oro, quella telecronaca piena di entusiasmo riuscì, per un istante, mettere in secondo piano il successo italiano. Lo stesso è stato per il successo del K2 di Rossi e Bonomi ai giochi di Sydney 2000 che aveva portato al quel memorabile “andiamo a vincere”.

Galeazzi e Napoli

Nella memoria dei tifosi del Napoli quando si parla di Giampiero Galeazzi il ricordo va al Napoli dello scudetto, a quello di Diego Armando Maradona. Un rapporto di quasi amore tra Napoli e il giornalista romano, un rapporto dovuto alla grandezza del numero 10 partenopeo che aveva sedotto e ipnotizzato il telecronista. Nelle interviste di Galeazzi si intravedeva la felicità di poter commentare quel calcio, che ora non esiste più, e di essere il testimone della grandezza di Diego. Di quel 3 novembre del 1985, quando Maradona decide di far goal comunque con la punizione contro la Juventus, il giornalista aveva chiesto nel prepartita, al rivale Platini, una “domanda storico-culturale”: “sai chi è il Maschio Angioino?” e il francese ridendo risposte: “Diego!”. In quel piccolo spezzone, che si trova su internet, si intravede lo sguardo del cronista romano pieno di soddisfazione e da la conferma delle parole di Confucio: “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”. Il momento più importante dell’esperienza napoletana per Galeazzi è quando il Napoli diventò campione d’Italia e anche in quella occasione la sua voce aveva lasciato, involontariamente, un segno nella mente dei tifosi quando disse: “17:47 10 maggio, il Napoli è campione d’Italia”. Indimenticabile è stata l’intervista durante i festeggiamenti nello spogliatoio del Napoli in cui Galeazzi fece un passo indietro cedendo il microfono al Pibe de Oro, che riuscì ad intervistare compagni e il presidente Ferlaino. Un sipario tra i tre che rimarrà nella storia di Napoli, del Napoli e dei Napoletani.

Il 12 novembre va via un pezzo di storia dello sport e del giornalismo italiano. Con questa notizia va via chi ci ha raccontato i successi italiani, ma soprattutto va via un pezzo del primo scudetto del Napoli. Da spettatore, da tifoso e da aspirante collega due parole: Grazie Giampiero!

Francesco Abate