Giordano: “Il mio cuore è laziale ma vedo il Napoli favorito per il terzo posto”

GIORDANO 1601Bruno Giordano, 58 anni, ex attaccante di Lazio e Napoli. Adesso è un commentatore della Rai, ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport.

Giordano, si può dire che Lazio-Napoli è una partita speciale soprattutto per lei?
«Senza ombra di dubbio. In una squadra sono cresciuto e vi ho giocato per sedici anni. Nell’altra, ho vinto uno scudetto, una Coppa Italia e la classifica dei cannonieri nello stesso anno. E poi ho avuto il piacere di giocare al fianco di un certo Maradona»
Cuore a metà, quindi?
«No, il mio cuore pende decisamente verso la Lazio a cui mi legano i ricordi dei miei anni più belli e dove sono stato lanciato nel calcio che conta anche se la parentesi di Napoli è stata altrettanto straordinaria e la ricordo sempre molto volentieri. Purtroppo non sarò allo stadio in quanto ho un impegno televisivo subito dopo»
Che gara prevede?
«Apertissima, incerta e molto tattica. Due squadre che si somigliano per certi versi, dispongono di calciatori veloci e tecnici, e che cercheranno di aprirsi il meno possibile. La spunterà chi saprà avere maggiore pazienza e pungere al momento giusto. Ad ogni modo è in palio il terzo posto in classifica anche se manca tanto alla fine e tutto può ancora accadere. Per entrambe comunque è un appuntamento dove conta tanto il risultato. Di sicuro, nessuno si sarebbe aspettato una Lazio in quella posizione di classifica a una giornata dal giro di boa. Questo è dipeso anche dal terreno perso per strada dal Napoli che da tutti era indicato il favorito numero uno per la terza piazza»
Chi altro può concorrere per la zona Champions?
«Oltre a Lazio e Napoli, vedo anche Inter, Fiorentina e Milan. Sarà una bella lotta, con il Napoli che si lascia preferire»
Chi arriva meglio a questa sfida dell’Olimpico?
«Sicuramente la Lazio. Viaggia in serie positiva da sei giornate e sta esprimendo un bel calcio. Merito di Pioli che ha saputo superare le difficoltà della fase iniziale ed imprimere fiducia al gruppo, oltre a trasmettere un gioco ben definito. Il Napoli, invece, pur tra tante recriminazioni dopo la sconfitta con la Juve, non riesce ad esprimersi con continuità. Del resto anche lo scorso anno mostrò gli stessi limiti. Ci si aspettava di più dopo la vittoria di Doha e quella di Cesena. Probabilmente s’avverte l’assenza di un elemento di personalità in mezzo al campo a cui aveva sopperito in una certa misura, Reina lo scorso campionato».
Tra gli altri a una mancherà Marchetti e all’altra Britos. Chi risulterà più penalizzata delle due?
«La formazione di Benitez in quanto già manca Ghoulam a sinistra e Strinic è arrivato da poco, non ha ancora esordito, né si sa in quali condizioni sia. Alla Lazio, invece, esce un portiere, ne subentra un altro. Pesante invece è anche l’assenza di Felipe Anderson per la distorsione al ginocchio sinistro. Un ragazzo già molto colpito dalla recente vicenda familiare. Anderson pur essendo una persona di carattere, credente, pulito, non è un marziano».
Quali potrebbero essere i calciatori-chiave?
«La Lazio ha Candreva capace di spaccare la partita in qualsiasi momento. Nel Napoli, invece, sarebbe facile indicare Higuain, attaccante straordinario che quando incrocia la Lazio fa sempre gol, ma io dico Callejon che era partito fortissimo ad inizio di stagione ma che poi ha rallentato. Resta pur sempre una punta micidiale»
Qual è il punto di forza della Lazio?
«Gli esterni, Candreva e Mauri oltre ad un aggressività complessiva portata alta che consente di proiettarsi subito a rete»
E quello del Napoli?
«Le qualità tecniche di alcuni singoli, quali Higuain, Callejon, lo stesso Mertens, nonchè una fase offensiva a volte devastante»
Il punto debole dei biancocelesti?
«Cali di concentrazione alla distanza ed aggredendo alti, anche l’esposizione ai lanci lunghi degli avversari a cercare le punte. Ricordo le partite con Milan ed Udinese. Con la Roma aveva la partita in pugno e si è lasciata raggiungere. Se succede più di una volta vuol dire che c’è un problema, legato, forse, all’aspetto mentale»
E quello del Napoli, invece?
«La fase passiva anche se a livello difensivo tutte le squadre del mondo soffrono perchè per non prendere tanti gol, occorre anche una certa organizzazione di gioco oltre che validi giocatori. E poi anche una certa discontinuità di rendimento. Il Napoli riesce a fare partite eccellenti e poi cala di tono con le medio-piccole. Con la Juventus non avrebbe meritato di perdere ma non è stato certo il miglior Napoli»
Che partita sarà con la curva chiusa e senza tifosi ospiti?
«Non una vera partita di calcio, questo è scontato. Ci sono gare che te le ricordi nel tempo e giocare Lazio-Napoli senza tifosi è un qualcosa di triste per il calcio. Chi sbaglia, deve pagare, non si possono penalizzare tutti. Non capisco come non si riesca ad isolare i violenti con la tecnologia moderna sconfitta per tutti».
Come giudica l’acquisto di Gabbiadini?
«Ottimo. E non mi meraviglierei se Benitez lo lanciasse subito nella mischia. Si tratta di uno dei migliori prodotti del calcio italiano anche se il Napoli mi sembra che abbia più bisogno in mezzo al campo di qualcuno importante»
Qual è il suo ricordo più bello di Lazio-Napoli con la maglia biancoceleste?
«Quando rientrai dopo un lungo infortunio per la rottura del perone nel 1984 feci gol a Castellini dopo trenta secondi, finì 3 a 2 per noi con doppietta di Laudrup».
E quello con la maglia del Napoli all’Olimpico?
«Ho giocato una sola volta contro la Lazio ed avvenne in Coppa Italia nel 1987: vinse il Napoli con reti di Maradona e Carnevale».

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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