I genitori di Gennaro Fioretti: “Nostro figlio psicologicamente è ancora scosso. Non ci piace questo sport”

GENNARO FIORETTINel corso della trasmissione “Attacco a Napoli” in onda su piuenne, sono intervenuti i genitori di Gennaro Fioretti, il tifoso napoletano ferito a Roma.

Il papà Vincenzo: “Siamo felici che Gennaro sia tornato a casa. Ma quello che è successo a Roma, non doveva accadere. Non sappiamo ancora il braccio e la mano di Gennaro quando torneranno al meglio. Noi andremo ancora a Roma, in ospedale, perché il ragazzo dovrà essere seguito e giacché siamo artigiani, speriamo che in futuro mio figlio potrà tornare a lavorare.

La vicenda di Roma non può essere insabbiata, ma alla fine chi ha pagato in questa storia sono quei poveri napoletani che hanno subìto violenza. Vogliamo bene a Ciro come un figlio e dispiace davvero che sia in questa situazione.

Gennaro è stato più fortunato di Ciro perché il proiettile era destinato al cuore ed invece ha colpito la mano. In realtà è stato graziato, ha avuto 70 punti di sutura sul braccio, 20 sulla gamba e deve ringraziare chi l’ha soccorso stringendogli la cinta sul braccio. È stato un suo amico a salvargli la vita.

Il calcio Napoli ci sta aiutando e ci ha anche promesso che continuerà a farlo. Noi lavoriamo per guadagnarci la giornata.

Sembra esserci una tendenza che tenda a sminuire l’episodio. A Gennaro nei vari colloqui chiedevano anche cose che non conosceva. Sembravano non credere alla sua versione, ma per fortuna il suo avvocato è in gamba. Dopo un mese mio figlio è ancora nervoso, arrabbiato, non è tornato il ragazzo di prima. Psicologicamente è scosso.

Il 17 giugno andremo nuovamente a controllo a Roma, gli saranno tolti i punti di sutura al braccio, ma dovrà indossare altri tutori. E tutte queste spese, le dovremo sostenere noi”.

La mamma Elena: “La cosa che fa ancora tanta rabbia è pensare che uno dei due proiettili, quello che ha colpito la mano di Gennaro, era rivolto al cuore. Non mi piace questo sport: il calcio è sfottò, divertimento e la violenza non deve esistere. Le pistole non bisogna usarle e soprattutto negli stadi. Sono una mamma, difendo tutti i ragazzi.

Chi ha sparato se la vedrà col Signore. Ho pianto molto con la mamma di Ciro al Gemelli, ma non ho avuto il coraggio di vederlo, mi fa troppo male.

Per ora Gennaro ha subìto tre interventi, ma i controlli continueranno e capiremo anche se le terapie basteranno per il recupero del braccio e della mano.

Dopo gli spari, l’intervento dell’amico di Gennaro è stato provvidenziale e anche i medici lo hanno detto: se quella cintura non avesse bloccato la fuoriuscita di sangue, sarebbe morto dissanguato. Gli hanno salvato la vita e lui non aveva nemmeno capito che lo avessero sparato, vedeva solo il braccio penzolare.

Chi ha fatto del male ai napoletani lo aveva premeditato.

Nel policlinico Gemelli le giornate le abbiamo trascorse proprio male. La paura era tanta: anche perché c’era un intervento dopo l’altro e nello specifico, si temeva che Gennaro potesse perdere il braccio perché non si trovava il proiettile. Il dottore mi ha confessato che pensava potesse andare peggio, mi ha detto che c’è stata la mano del Signore.

Non appena ho appreso la notizia di ciò che stava accadendo a Roma, nella finale di coppa Italia, ho chiamato mio figlio, lui mi ha detto che non era stato colpito. Gennaro è un ragazzo eccezionale e fino alla fine ha provato a non farci preoccupare. Ma avevo capito che mentiva perché non sentivo il vociare solito degli stadi. Era sotto anestesia e mi diceva che aveva subìto solo un graffio. Poi, arrivati al Gemelli, abbiamo anche avuto paura di quelle scritte presenti nella città di Roma, avevamo paura che potessero entrare nella stanza di Gennaro.

Psicologicamente mio figlio è scosso e chissà quanto ci metterà a riprendere in mano la sua vita. Spero che possa recuperare del tutto, ma sappiamo che i tempi saranno lunghi. Non vogliamo vendetta, solo giustizia”.

Fabio Sorrentino

Il Napoli è la mia unica fede

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