Il migliore ed il peggiore azzurro in Napoli-Parma

Come contro lo Slovan Bratislava, il Napoli doveva puntare all’obiettivo massimo NAPOLI-PARMAcol minino impiego di risorse e, soprattutto, di sanzioni disciplinari. Anche in questo caso, come in Europa League, il modesto avversario ha reso agevole il compito dell’undici di Benitez “purgato” di alcuni fra i pezzi più pregiati e preservati in vista della Supercoppa in Qatar. Il Parma gioca una gara volenterosa ma la crisi galoppante che attanaglia la squadra emiliana è fin troppo penalizzante, rendendo davvero facile la vita agli azzurri che chiudono il 2014  così come lo avevano iniziato (il 6 gennaio 2-0 alla Samp) e tornano alla vittoria in Serie A che mancava da quaranta lunghi giorni e mantenendo inviolata la porta di Rafael sempre battuto dal 9 novembre scorso.

Zapata_Duvan_MarassiTOP – E’ oramai una conferma che l’autunno, oltre ad essere, per antonomasia, la stagione della caduta delle foglie dagli alberi, coincide anche con la “fioritura” atletica del possente Duvan Zapata. Come dodici mesi fa, il nuovo “panteròn azzurro” impone le sue regole agli avversari che provano in ogni maniera di ostruire e contrastare la mole imponente del colombiano senza mai riuscirci. Certo la tecnica dell’ex Estudiantes non è soprafina e dovrà essere migliorata (soprattutto in fase di stop di palla) ma quando la sfera di cuoio giunge fra i suoi piedi è quasi impossibile da sottrarre. Per fortuna di Benitez, la precisione ed il tiro di Zapata sono delle ottime peculiarità che lo rendono, nel dato medio, il miglior realizzatore azzurro fino ad ora; una conferma per don Rafè in vista di impegni sempre più pressanti in cui conterà l’apporto della panchina nel far rifiatare i titolari e, quindi, nel raggiungimento degli obiettivi stagionali.

FLOP – In una serata relativamente tranquilla nessuno degli azzurri sfigura in maniera BRITOS 5446eclatante e quindi per ricercare il flop in Napoli-Parma può essere utile fare dei paragoni. Sostanzialmente in parità terminano le sfide fra i mediani (Gargano e David Lopez), fra gli attaccanti laterali (Callejon e Mertens) e fra gli esterni difensivi (Maggio e Ghoulam); è fra i centrali di difesa che emergono delle notevoli differenze: se da un lato Henrique assolve in maniera brillante il compito di sostituire Albiol, non solo in fase difensiva ma anche nella costruzione della manovra con frequenti inserimenti anche sulla destra, Manuel Britos appare un entità avulsa dal contesto per i suoi modi sempre impacciati nell’approccio all’avversario, le sue chiusure non rendono l’idea della sicurezza, esagera spesso (a volte anche inutilmente) nell’utilizzo delle maniere forti che gli costano anche un cartellino, e poi non è più quel giocatore pericoloso nel gioco aereo nell’area avversaria. E, a parte Koulibaly, al Napoli quest’anno mancano molto i gol del reparto arretrato.

Massimo Avino

"La prossima volta voglio nascere a Napoli ed essere napoletano a tutti gli effetti" (Lucio Dalla)

View all posts by Massimo Avino →