Il migliore ed il peggiore azzurro in Napoli-Atalanta

Napoli

Era lì, ben nascosta. Come nei racconti di Salgari o nei film di Indiana Jones. La trappola del duo Tavecchio-Lotito è ben mimetizzata, ma sarebbe anche evitabile se non ci fosse la superficialità e l’arroganza di pensare che i due anni di Champions abbiano fornito al Napoli di De Laurentiis il patentino da grande squadra intoccabile. Se si aggiungono le scelte, in parte obbligate e in parte scellerate, di mister Benitez, si spiega il drammatico ridimensionamento degli obiettivi stagionali (sebbene in tanti possano sempre affermare che con 10 giornate di campionato, nessun traguardo è precluso) ma ancor di più la disarmante involuzione tattica di una squadra che gioca per inerzia e non ha più un gioco da imporre. Un esempio? Troppe volte ieri, durante quei 94’ che non definisco partita, con palla agli esterni si era costretti a tornare al portiere per la clamorosa assenza di un organizzatore che potesse garantire una manovra fluida che consenta di giungere alla via della rete. Se poi si aggiunge un turnover che propone quasi sempre giocatori fuori ruolo è inevitabile che il cammino degli azzurri sia oltremodo claudicante.

ZAPATA HAMSIK 2402TOP –  Il calcio italiano è questo. Ahi noi ! Chi è in vetta alla classifica della Serie A, vuoi o non vuoi, non esprime un gioco spettacolare, “europeo”. Impone la propria manovra, lavora ai fianchi gli avversari, sopratutto quelli di caratura inferiore, e poi riesce a stenderli con azioni semplici e lineari o con la classe dei propri campioni. Emblematica, per esempio, l’azione del gol azzurro. Un cross meraviglioso di Marek Hamsik e l’incornata vincente di Duvan Zapata. Elementare. Mentre i difensori della provinciale di turno sono impanicati nel controllare Higuaìn, ecco come una punta centrale spiazza tutti colpendo a rete. Forse anche questo è un limite. Pensare sempre che il valore degli avversari sia ininfluente. Eppure, gli esempi stagionali si sprecano, basta creare le occasioni in maniera “scolastica” per trovare la vittoria. O perlomeno non raccogliere l’ennesima sconfitta. Premiamo come top gli autori del gol del pari ma dopo 28 giornate di campionato è stucchevole parlare ancora in Italia di modulo. Contro certe squadre ci vuole solo la “cazzimma”.

Henrique-Napoli-1024x535FLOP – In 35 anni di esperienza, una situazione del genere la ricordo poche volte. Società, squadra e tecnico sono in preda di un cortocircuito che ottenebra le loro menti e,inevitabilmente, scelgono la strada più semplice: scagliarsi contro l’arbitro. Di certo il signor Calvarese non fa proprio nulla per allontanare da se ogni accusa ma la cultura del sospetto non ci appartiene. Purtroppo sappiamo come l’arbitro teramano sia di bassa caratura tecnica; inoltre era stato l’ultimo a fischiare un rigore contro gli azzurri, il 30 ottobre 2013 a Firenze, per un fallo veniale di Britos prima che il Napoli tornasse a subire un rigore l’8 marzo scorso contro l’Inter. Ma, arbitro a parte, la pessima prestazione di ieri è figlia di errori tecnici e tattici. Indubbiamente quello di Henrique è un errore tecnico, di estrema leggerezza, su cui si aggiunge quello arbitrale. Ma un difensore che gioca nel proprio Stadio non può e non deve trovarsi in quella situazione. Purtroppo, in assenza di un ragionatore sulla mediana, troppo spesso i difensori si ritrovano a dover giocare palloni “scottanti” e non si comprende ancora come possano abbinarsi Inler (buona la sua gara) e David Lopez che non hanno le caratteristiche per coadiuvare povero Gabbiadini lasciato solo in pasto alla difesa orobica. La squadra nel complesso gioca tanto, ma gioca male. Troppe battute a vuoto che costano caro. In Europa, in un doppio confronto, si riesce a giocare in un certo modo ed andare avanti. Ma questa, purtroppo, è la (pessima) Serie A dove c’è la fuga di spettatori, di allenatori e di capitali. E su questo punto siamo d’accordo con De Laurentiis, la colpa è di chi questo Calcio non lo sa o non lo vuole gestire.

Massimo Avino

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"La prossima volta voglio nascere a Napoli ed essere napoletano a tutti gli effetti" (Lucio Dalla)

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