Il sole 24 ore: “E’ il Napoli la grande bellezza d’Italia”

In Italia c’è chi ha vinto più di tutti, chi ha sollevato più trofei in Europa, chi ha fatto il triplete. Poi c’è chi ha vinto la Coppa Italia militando in serie B, chi ha avuto il capocannoniere con record di gol in serie A, chi ha avuto tra le proprie fila il calciatore più forte di tutti i tempi. Che vi piaccia oppure no, Napoli ha sempre rappresentato un’eccezione, per questa ragione forse vincere non è mai stata la regola. Valeva ai tempi di Clerici come ai tempi di Maradona, vale anche ai tempi di Sarri che forse stanno per finire. Certo più di qualcuno mastica amaro perché quegli 88 punti in un’altra stagione avrebbero potuto consegnare lo scudetto alla citta, ma la storia non sempre dimentica chi arriva secondo: prendiamo l’Ungheria di Puskas, vicecampione del mondo nel ’54, l’Olanda del calcio totale seconda ai mondiali per due edizioni consecutive negli anni ’70 ed il Napoli di Vinicio secondo nel ’75 dietro la solita Juventus ma primo in Italia ad importare il gioco olandese. Come direbbe Mourinho “zero tituli”, ma quanta letteratura, quanto cinema e quanta arte hanno ispirato. Sarri ha applicato il regista Paolo Sorrentino, guarda caso tifoso partenopeo, nel rettangolo di gioco costruendo la grande bellezza con l’estetica del suo 4-3-3 ed il “tiki taka vertical”; ha creduto ostinatamente nel suo gioco, anche oltre il lecito caricando su 13/16 uomini tutto il peso della sfida, non avendo a disposizione la rosa lunga della Juventus. Davanti alla porta difesa da Reina la linea difensiva è composta da Hysaj, Albiol, Koulibaly e Mario Rui, subentrato dopo l’infortunio di Ghoulam senza il quale avremmo assistito ad un altro camionato. A centrocampo il moto perpetuo di Allan, Jorginho in regia e la staffetta Hamsik/Zielinski, in panchina Rog e Diawara avrebbero meritato qualche minuto in più. Davanti il trio dei miracoli: Insigne, Mertens e Callejon. Ai margini Milik bloccato da un grave infortunio ad inizio campionato. Viene da chiedersi come mai non sia stato possibile trovare spazio per gente come Maksimovic, Giaccherini, Pavoletti ed infine Ounas e Machach, solo oggetti misteriosi. Non erano all’altezza del “Comandante” Sarri oppure è il sarrismo stesso ad escludere il turnover a prescindere? Il tecnico di Figline Valdarno ha un contratto in scadenza nel 2020 ma potrebbe liberarsi dietro il pagamento di una clausola di 8 milioni di euro. Dietro l’angolo c’è il Chelsea di Abramovic che, quando vuole, può. Che la rivoluzione di Sarri sia davvero al capolinea? In città è il timore di tanti, infatti il partito anti-De Laurentiis conta ogni giorno nuovi iscritti, accusato di vendere uno dopo l’altro pezzi pregiati come Lavezzi, Cavani ed Higuain destinando il club ad arrivare sempre dietro la corazzata bianconera. Viene accusato di incassare i premi Champions, risparmia i premi campionato e non investe il danaro che gli entra. Gioverebbe ricordare che il produttore cinematografico ha rilevato nel 2004 il Napoli dal fallimento, è ripartito dalla C e tiene il club stabilmente nelle prime 20 posizioni del ranking Uefa. Il tutto provando a tenere i suoi tesserati lontani dall’ “anima rapace” della città. Qualcosa di molto diverso dalla parabole del dopo Ferlaino, a proposito l’ingegnere vinse il primo trofeo dopo 18 anni di gestione, De Laurentiis è arrivato solo 14 anni fa. Dategli altri quattro anni di tempo poi, se non vince, lo contesterete. Consapevoli che, in caso di vittoria, sarebbe un’impresa veramente eccezionale o, per restare in tema cinematografico ed allo stesso tempo calcistico Eccezzziunale….. veramente. Così scrive Franceso Prisco su Il sole 24 ore.

Mario Scala

Il grande giornalista pone le domande giuste per far emergere ciò che altrimenti resterebbe nascosto.

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