Il Mattino – Tavecchio glissa sugli errori arbitrali per non urtare la suscettibilità della Juventus. Intimidazioni non più accettabili

rizzoli

L’edizione on-line de Il Mattino scrive sulle “non decisioni” del giudice sportivo nei confronti della Juventus

Il presidente federale Tavecchio, attento a non urtare la suscettibilità della Juve, se l’è cavata con una battuta del vecchio caro Boskov: «Rigore è quando arbitro fischia». Ma di rigori ne sono stati negati uno e mezzo all’Inter nell’aspra partita allo Juventus Stadium, vinta dagli uomini di Allegri. I più bravi in campo ma spesso anche i più arroganti.

Da tempo non sarebbe più tollerabile l’eccessivo tono delle proteste dei campioni d’Italia nei confronti degli arbitri, anche i più collaudati come Rizzoli, l’ex fischietto mondiale chiamato a dirigere domenica sera a Torino. Si arriva a una sorta di intimidazione verbale e talvolta fisica su quasi tutte le decisioni contrarie alla Juve. Non si tratta di normali proteste ed evidentemente ciò porta a un condizionamento psicologico, dunque la questione è più seria, da non liquidare con quella battuta che tirò fuori un istrione della panchina e che ha ispirato Tavecchio. Perché il presidente degli arbitri, Nicchi, e il designatore della serie A, Messina, non chiedono mano ferma ai loro sottoposti quando dirigono le partite della Juve? Per settimane si scrisse del testa a testa tra Bonucci e Rizzoli in Toro-Juve dello scorso marzo, finché l’arbitro – a distanza di tempo – non chiarì che vi era stato un serrato colloquio, non una testata. L’atteggiamento intimidatorio del difensore venne sanzionato con un semplice cartellino giallo.

È ancora da capire come mai il quarto uomo di Fiorentina-Juve, Di Liberatore, non fece inserire nel referto arbitrale l’insulto di Allegri nei suoi confronti. «Testa di c…», il labiale era chiarissimo eppure il tecnico bianconero si presentò regolarmente in panchina dopo quella partita, la quarta persa dalla Juve in campionato. Tutte in trasferta: le due a Milano e quelle sui campi di Genoa e Fiorentina. Allo Stadium l’imbattibilità è quasi sacra. Dall’apertura di questo stadio-gioiello, sorto sulle ceneri del Delle Alpi, la Juve ha perso 4 delle 120 partite di serie A e Coppa Italia. Il 3 per cento, una percentuale insignificante in virtù dell’altissima qualità dei giocatori a disposizione prima di Conte e poi di Allegri, ma anche perché lo Stadium crea soggezione. Negli avversari e, pare, in più di un arbitro.