Mourinho – Il nuovo imperatore portoghese della Roma giallorossa

La Roma annuncia Josè Mourinho con un contratto di tre anni. Il ritorno dell’autore del triplete neroazzurro tra titoli e comunicazione.

Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico. Saranno passati più di duemila anni, ma la Roma ha fatto sua una citazione del primo imperatore, Giulio Cesare. Infatti, la società giallorossa dopo aver comunicato di non voler continuare il rapporto con Paulo Fonseca, ringraziandolo per il lavoro svolto e dedicandogli parole di affetto: “lo ha fatto con generosità, correttezza e grande carattere. Gli auguriamo tutto il meglio per i suoi impegni futuri e siamo certi che rappresenterà un fantastico valore aggiunto ovunque andrà”, ha annunciato come un fulmine a ciel sereno una notizia inaspettata: José Mourinho allenatore della Roma per i prossimi 3 anni. The Special One è tornato in Serie A, dove aveva lasciato un Inter campione d’Italia (strana coincidenza con l’attualità) e, soprattutto, da campione d’Europa dopo la notte di Madrid contro il Bayer Monaco. Il nemico tanto temuto dall’AS Roma è diventato un comandante pronto a guidare la legione giallorossa contro gli attuali dominatori neroazzurri.

La nona sinfonia di José

Il palmares di José Mourinho presenta 25 titoli in giro per l’Europa, tanto da acquisire il soprannome di “The Special One”. Dopo un po’ di gavetta come secondo tra Spagna e Portogallo, Mourinho avvia la sua carriera di allenatore  nel Porto dove riesce a conquistare dal 2001 al 2004: due campionati, una coppa di Portogallo, una Coppa Uefa e la Champions League contro i francesi del Monaco. La chiamata di Abramovic convince l’allenatore Portoghese ad accettare il trasferimento al Chelsea, dove riesce a conquistare trofei nazionali senza mai riuscire a rimettere le mani sulla coppa dalle grandi orecchie. Nell’estate del 2008 arriva il suo approdo in Italia alla corte dell’Inter, l’esperienza in Serie A inizia con la vittoria della Supercoppa Italiana contro, appunto, la Roma di Luciano Spalletti e vince il primo scudetto. La stagione 2009-2010 viene ricordata come quella del “triplete”, in cui Josè Mourinho riesce a mettere in opera una delle sue massime imprese: quella di vincere tre competizioni ufficiali in una stagione. Per quanto riguarda le competizioni italiane, lo fa a discapito della squadra giallorossa, che nonostante avesse dato filo da torcere, si è dovuta arrendere in due occasioni. In primis con la finale di Coppa Italia del 5 maggio, dove lo straordinario gol di Milito al 40’ e l’espulsione di Totti gli permisero di alzare il trofeo. In secundis, la conquista della Serie A all’ultima giornata grazie alla Roma di Claudio Ranieri che aveva spaventato l’Inter per il titolo. La 38esima giornata della stagione 2009-2010 venne caratterizzata da un momentaneo sorpasso giallorosso, grazie ai due goal rifilati al Chievo, e alla bloccatissima partita a Siena dell’Inter, ma la galoppata sulla sinistra di Javier Zanetti e il tocco finale di Milito permisero allo Special One di portare a casa lo scudetto. Il tocco di magia fu la finale di Champions League contro il Bayer Monaco dove “il principe diventa Re nella notte di Madrid”. Dopo le strazianti lacrime con Materazzi fuori al pullman della squadra, a seguito dei festeggiamenti, fu annunciato la volontà del portoghese di voler lasciare la panchina dell’Inter e di dedicargli amore eterno. Dopo Milano, lo Special One si è trasferito a Madrid per allenare il Real Madrid di CR7 e Kakà, portando a casa una coppa di Spagna, un campionato Spagnolo (abbattendo la predominanza del Barça di Guardiola) e una Supercoppa Spagnola. Dopo un ritorno al Chelsea, riuscendo a vincere la Premier League, riesce a realizzare il sogno di allenare il Manchester United portando a casa una Europa League. Mourinho possiede il record di allenatore più vincente nella storia del calcio.

Il comunicatore

Quando si parla di Mourinho non si fa riferimento solo alle tecniche e alla tattica in campo, anche perché il calcio del portoghese non è spettacolare, ma si fa riferimento alle sue dichiarazioni, ai gesti e alla silenziosa benevolenza. Se si vuole fare un excursus sulle sue più famose citazioni, lo Special One si presentò al popolo nerazzurro e ai giornalisti presenti alla conferenza di presentazione del 3 giugno del 2008 con un “Io non sono pirla” in risposta ad una domanda. Le sue interviste sono rimaste nella storia per alcune definizioni come “prostituzione intellettuale” a seguito della conferenza stampa del 3 marzo del 2009 difendendosi dalle mire della stampa (secondo il portoghese), in cui riuscì a coniare “Zero Tituli” (in riferimento alla Roma). Infine, per difendersi dalle polemiche, causate da un episodio durante partita contro il Catania, e dopo le dichiarazioni del direttore sportivo Lo Monaco, l’allora allenatore dell’Inter rispondeva così ai microfoni di SkySport: “Lo Monaco, di Tibet? Io conosco monaco di Tibet, Monaco Montecarlo, Bayer Monaco, Grand Prix di Monaco […] se qualcuno parla di me, mi deve pagare!”. Non è mancato nemmeno in occasione dell’ufficializzazione per la prossima stagione con la Roma una dichiarazione “special”: “L’incredibile passione dei tifosi della Roma mi ha convinto ad accettare l’incarico e non vedo l’ora di iniziare la prossima stagione. Allo stesso tempo, auguro a Paulo Fonseca le migliori fortune e chiedo ai media di comprendere che rilascerò dichiarazioni solo a tempo debito. Daje Roma!”. Per quanto riguarda i gesti non si può dimenticare quello delle manette per contestare l’operato dell’arbitro, le dita all’orecchio in risposta agli insulti dei tifosi bianconeri dopo l’ultima vittoria del Manchester Utd a Torino contro la Juventus, le corse per esultare con i suoi giocatori. Oltre al Mourinho allenatore, l’accezione di special gli viene attribuita anche ai gesti fuori dal campo, la più recente riguarda la lotta al Covid-19 e al volontariato attraverso le consegne settimanali di prodotti freschi per le persone più bisognose nella comunità locale di Londra, riuscendo a raggiungere numeri di beneficenza importanti.

Le qualità di José Mourinho sono sotto agli occhi di tutti noi, al di là della recente esperienza con gli Spurs. Il portoghese trova nell’entusiasmo, nel sostegno e nel calore dei tifosi la sua linfa vitale e una piazza come quella giallorossa gli può garantire tutto questo. L’AS Roma ha voluto iniziare questo progetto con la consapevolezza (almeno si spera) che le esigenze sul calciomercato da parte del portoghese sono molto alte (Morati docet!) e devono essere soddisfatte. L’eterna Roma (sponda giallorossa) ha scelto il suo nuovo imperatore. The Special One is back.

Francesco  Abate