Napoli, la stagione dei rimpianti: tra Champions raggiunta e uno Scudetto sfumato

Napoli

Malgrado la qualificazione in Champions League rimane l’amaro in bocca per un finale di stagione che poteva offrire molto di più

Il Napoli è ufficialmente in Champions League, dopo due anni di assenza dalla massima competizione europea gli azzurri potranno finalmente tornare a sentire l’urlo “the Champions” intonato dai tifosi azzurri allo stadio Maradona. Il bilancio della stagione ormai prossima al termine è da considerarsi positivo visto il raggiungimento degli obbiettivi posti dalla società, ma l’epilogo di questa annata poteva (e forse doveva) essere anche migliore.

L’arrivo di Spalletti

Con l’esonero di Rino Gattuso dopo la mancata qualificazione in Champions League nella stagione 2020/2021 arriva l’annuncio tramite il profilo Twitter del presidente Aurelio De Laurentiis dell’ingaggio di Luciano Spalletti come nuovo tecnico del Napoli.

L’allenatore di Certaldo arriva all’ombra del Vesuvio tra lo scetticismo generale e sebbene al suo annuncio non ci fossero state grandi critiche, la tifoseria azzurra che ancora si leccava le ferite per quanto accaduto all’ultima di campionato contro il Verona non era particolarmente entusiasta della scelta del club.

Lo scarno mercato estivo non aiuta ad entusiasmare la piazza ma “Lucianone”, con una partenza di campionato a razzo che risulta in una striscia di 11 risultati positivi, interrotta solo dalla sconfitta di San Siro contro L’Inter convince la piazza partenopea.

Coppa Italia ed Europa League, due percorsi deludenti

I percorsi di Coppa per gli uomini di Spalletti si rivelano estremamente deludenti. In coppa Italia gli azzurri vengono eliminati agli ottavi di finale con un umiliante 2-5 subito dalla Fiorentina (che quest’anno tra le mura del Maradona si conferma essere bestia nera vista anche la vittoria in campionato di poche giornate fa).

Altrettanto accade in Europa League: gli azzurri, dopo un girone di qualificazione non esaltante che li vede sconfitti ben 2 volte dallo Spartak Mosca passano il turno da secondi in classifica e nei sorteggi capita il Barcellona di Xavi contro cui gli azzurri riescono a strappare un pareggio al Camp Nou per 1-1, salvo capitolare in casa subendo ben 3 reti nel primo tempo, con un risultato finale di 2-4 (3-5 in aggregato) per i blaugrana. Napoli sconfitto e fuori da entrambe le coppe già a febbraio.

Punti persi per strada e la “maledizione” del Maradona

C’è una statistica che riassume in breve il rendimento del Napoli in questa stagione tra le mura amiche: in tutte le competizioni i ko casalinghi in stagione per il Napoli sono ben otto (di cui 6 in campionato) solo tre in meno dal record assoluto di 11, risalente all’annata 1997/1998 conclusa con la retrocessione in B.

Al Maradona si contano sconfitte contro: Empoli, Spezia, Atalanta, Milan, e Fiorentina (Serie A), troppe per pensare di poter competere per lo Scudetto. Le gare perse lontane da Fuorigrotta invece restano solo due: Inter a San Siro e ancora Empoli questa volta al Castellani).

Scudetto sfumato e la qualificazione in Champions League

Nella serata di domenica 1 maggio arriva la conferma ufficiale: Il Napoli grazie alla vittoria per 6-1 sul Sassuolo e lo 0-0 dell’Olimpico tra Roma e Bologna, è aritmeticamente qualificato in Champions League. Dopo due anni di assenza il Napoli tornerà nella massima competizione europea. La soddisfazione del club per il raggiungimento dell’obbiettivo stagionale, dall’altra i tifosi (e non solo) non possono fare a meno che essere estremamente delusi per uno Scudetto che molti definiscono buttato, con le ultime 4 giornate che hanno visto gli azzurri raccogliere solo 4 punti, dando il colpo di grazia alle speranze della piazza.

Dries Mertens dopo la vittoria sul Sassuolo parlò così: “La perdita di questo titolo è la più grande delusione dei miei 9 anni a Napoli, nelle scorse stagioni competevamo contro una Juve veramente troppo forte, ma quest’anno le altre non erano più forti di noi”. Parole quelle di Ciro che fanno male ai sostenitori azzurri, parole che fanno male perché sono dannatamente vere.

 

Alessandro Santacroce 

 

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