Napoli, il primato del bel gioco: pochi innesti per puntare al titolo

Napoli – Ancora una notte magica a Fuorigrotta, fatta di gol, numeri da record e spettacolo. I 50mila che hanno riempito il San Paolo per l’ultima gara interna degli azzurri, estasiati, completamente rapiti e ammaliati dalla entusiasmante sinfonia di gioco che la straordinaria orchestra sarriana ha offerto contro l’ennesima vittima di turno, la malcapitata Fiorentina, lanciano un appello vibrante e deciso al presidente De Laurentiis con un chiaro striscione esposto dai tifosi della curva B ad inizio gara: adesso vogliamo vincere!

L’entusiasmo e i consensi di un gioco altamente spettacolare che ha destato grande ammirazione tra i tifosi, ma anche tra gli innumerevoli esteti del calcio e gli addetti ai lavori, obbligano adesso il club azzurro a canalizzare e ottimizzare le strategie di mercato verso un obiettivo concreto non più procrastinabile: allestire il prossimo campionato una compagine da affidare a mister Sarri, capace finalmente di puntare dritto allo scudetto.

I numeri parlano chiaro, è un Napoli da record:  raggiunti gli 83 punti in campionato, mai successo nella sua novantennale storia. Attacco atomico, il migliore della Serie A con 90 reti e a trascinare la fabbrica del gol, il folletto belga arrivato a 33 centri stagionali. Infine, rendimento stratosferico nel girone di ritorno superiore anche alla Juventus entrata nella leggenda con la conquista del sesto scudetto consecutivo, impresa in Italia mai riuscita a nessuno. Un vero inarrestabile portento dunque la compagine azzurra capace di sfondare il tetto dei cento gol stagionale e con quella di domenica contro la Viola, raggiungere il traguardo della venticinquesima vittoria.

Ma la convinzione di costruire finalmente qualcosa di importante arriva anche dall’interno dello spogliatoio ed è il capitano, Marek Hamsik, che si fa portavoce di un desiderio ed di una voglia senza limiti. “Devo fare i complimenti alla società riguardo ai rinnovi di Insigne e Mertens, ottime operazioni, la squadra è già forte, ora si guarda al futuro”. Poi la parolina magica, non espressa per pura scaramanzia, che certamente farà gioire i tifosi partenopei. “Quest’anno abbiamo perso qualche punto che non dovevamo perdere, ma stiamo costruendo un grande futuro e non vediamo l’ora – conclude il capitano – di cominciare un’altra stagione e combattere per vincere qualcosa”.

Il Napoli, nonostante i record raggiunti e la bellezza di un gioco tra i più ammirati in Europa, deve comunque interrogarsi sui passi falsi compiuti quest’anno: gli imperdonabili cali di tensione e gli incomprensibili e a tratti ingenui errori difensivi, costati 10 fondamentali punti, contro squadre di cosiddetta seconda e terza fascia che hanno mozzato le ali nei momenti topici della stagione. La difesa è senza dubbio il lato debole di questa straordinaria fabbrica di gol e spettacolo: 37 i gol subiti, uno in più della Roma e undici in più della Juventus. Servono dunque come l’aria ricambi adeguati in difesa soprattutto sulla catena di destra e di sinistra, la risoluzione del dilemma dei due oggetti misteriosi, i centrali di difesa Tonelli e Maksimovic e infine scovare sul mercato un vice-Callejon all’altezza del compito.

Le direttive di mister Sarri in tema di mercato sono molto chiare: pochi ma mirati innesti e soprattutto funzionali ad un disegno tattico che oramai è come un orologio svizzero, perfetto nei suoi sincronismi di gioco.

La città, lanciata verso una nuova primavera, una inesorabile rivoluzione calcistica fatta di sogni e di grandi entusiasmi, è oramai stanca di vivere di soli ricordi:  al primato del bel gioco è giunta l’ora di cucire sulle maglie azzurre quel triangolino tricolore di cui si è quasi perso la memoria…

Raffaele Ariola