Nuovo confronto Allegri-Adani:
Ha fatto discutere questa settimana la lite Adani-Allegri andata in scena in diretta Sky dopo Inter-Juventus. L’ ex opinionista aveva attaccato il tecnico bianconero sul gioco della sua squadra, ricevendo una risposta molto piccata. Poi in settimana il botta e risposta è continuato fino a trovare i toni distensivi degli ultimi giorni. E ieri c’ è stato un nuovo confronto tra i due a margine del derby della Mole.
Così Massimiliano Allegri nel post gara di Torino-Juventus: “Mi spiace per sabato, parlo perchè non è tutto da buttare. Da tempo si parla di rivoluzioni di gioco, ma non va buttato quanto insegnato dai vecchi. Parlo per i ragazzi che vogliono allenare, è un mestiere difficile e non dipende da quanto scritto o visto. Vengo criticato giustamente, però dico quello che mi hanno insegnato. I principali attori sono i giocatori, noi allenatori dobbiamo metterli in condizione. Al Milan vinsi con i tre mediani perchè in quel momento servivano. Se hai 3 litri di benzina e devi fare 120 km devi arrivare al pieno, poi schiaccerai l’acceleratore. Devo fare i risultati, domattina al bar a Livorno diranno che non capisco niente, ma ci sta. Io credo che in Italia bisogna tornare alla formazione in generale”, spiega Allegri.
Il tecnico bianconero aggiunge ancora: “A Madrid abbiamo vinto 3-1 con il 38% del possesso palla, con l’Ajax abbiamo perso avendo il 54%. Ricordo un Milan-Barcellona vinto con il 30% di possesso. Le partite non si vincono con i numeri ma costruendo durante l’anno. I cambi a volte non son verso il peggiore ma il momento che percepisco. Volevo chiarire, sabato mi spiace per quel che è successo”. A quel punto Adani prende la parola: “Ti ripeto la stessa domanda di settimana scorsa: cosa può fare un allenatore come te per rendere più propositiva la Juve?”.
Il tecnico replica: “Quest’anno ci sono tre partite emblematiche: Valencia, Manchester United e Atletico in casa. La migliore per me è Manchester United ma nessuno se la ricorda. Tutto va racchiuso in un contesto. Innanzitutto io ho avuto la fortuna di allenare Milan e Juventus. Sono due società con due Dna diversi e i contesti sono completamente diversi e quindi è inutile andare a scimmiottare quanto fa il Barcellona o il Bayern. C’è un dato di fatto però: quelli che vincono sono pochi. Anche lì ci sono categorie. Si vince in tanti modi ma bisogna che me li tiri fuori. Il calcio non è una scienza esatta, è arte”, conclude Allegri.
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