Paolo Cannavaro: “Mi manca Napoli. Il mio futuro è al Sassuolo. Quando è arrivato Albiol…”

CANNAVAROL’ospite speciale della puntata In casa Napoli in onda su Piuenne è l’ex capitano azzurro Paolo Cannavaro“Sento spesso i miei ex compagni, sono rimasto molto legato a loro e ci scambiamo sms e telefonate. I calciatori passano, gli uomini restano. Quanto ha pesato partire da Napoli? Inizialmente poco perchè ero euforico per la nuova esperienza. Adesso, l’ambiente mi manca anche se a Sassuolo ho trovato delle persone fantastiche. Quando arriva un allenatore nuovo che non ha fiducia in te non è difficile accorgersene. Sapere di essere il terzo difensore non è facile. L’arrivo di Albiol mi ha fatto capire che non puntavano su di me. Dopo sette anni credo che dovesse essere la società a confermarmi piuttosto che il mister. Non esistono vie di mezzo, dovevo essere dentro o fuori. Alla fine credo sia stata la soluzione migliore andare altrove. Ho poi cominciato a giocare ma subito dopo si è spenta la luce e non venivo utilizzato nemmeno nel turn-over, nonostante i complimenti di Benitez in allenamento. Questione di modulo? No, perchè quando sono arrivato al Sassuolo Di Francesco mi ha detto: sei un giocatore come te possono giocare a tre, a quattro, a cinque e anche a sei. Mi ha colpito. Futuro al Sassuolo? C’è un accordo tra gentiluomini: in caso di salvezza sarei diventato interamente del Sassuolo. A gennaio avevo avuto qualche offerta da paesi interessanti, ma non ero del tutto convinto. Ora in questa squadra mi sento importante. Zapata? In questo momento ha bisogno di giocare un po’ di più per crescere. Chi mi ha impressionato nel Sassuolo? Sicuramente Zaza. Bella rivelazione, forte fisicamente e bravo tecnicamente. Che differenza c’è nel giocare in una difesa a tre o a quattro? Cambia pochissimo, non c’è una reale diversità per il centrale. Un voto alla stagione del Napoli? 8.5, peccato per il girone di Champions League. Se incontrassi Benitez lo saluterei? Certo, ci siamo incontrati prima di Sassuolo-Napoli. Sul tatuaggio con il numero 278 (le presenze in azzurro)? L’ho fatto sapendo che non avrei più giocato con la maglia del Napoli, ma di spazio ne ho ancora sul braccio. Altri motivi per la mia partenza? C’erano anche altri discorsi dietro al mio addio. Ad esempio la differenza tra il mio contratto e quello degli altri. Solo io dovevo raggiungere un determinato numero di presenze. L’essere chiari e il parlarsi da uomini è la migliore cosa. Il giorno più bello col Napoli? La promozione in serie A a Genova. Emozione anche più forte della coppa Italia. A Napoli ho sempre giocato da tifoso e trovo più riconoscenza oggi dal popolo napoletano che quando militavo nella squadra. Il mio allenatore preferito? Con Mazzarri ho avuto un rapporto forte, quindi scelgo lui. Cosa vorrei dire? Avrei voluto chiudere la carriera in azzurro. Per fortuna la vita continua e ora penso al Sassuolo. Quando sono andato via ho scelto il silenzio. Non voglio puntare il dito contro qualcuno. La dirigenza del Sassuolo non fa mancare nulla. Si lega molto ai giocatori. Cura tutti i dettagli e il presidente ama il calcio e il ciclismo investendo in maniera concreta. C’è molta meno pressione rispetto a Napoli, ma è giusto che sia così. Antei? E’ un ragazzo giovane e di prospettiva. Restare al Sassuolo è la miglior cosa per lui. Cosa rispondo ai tifosi del Napoli che mi osannano? Grazie a tutti coloro che mi dimostrano affetto. Sono straordinari”.

fonte:areaNapoli

Fabio Sorrentino

Il Napoli è la mia unica fede

View all posts by Fabio Sorrentino →