Il diesse bianconero Fabio Paratici ai microfoni di Sky a margine della sonante sconfitta casalinga contro il Benevento.
Paratici tiene a precisare che la Juventus andrà avanti con Andrea Pirlo, le parole del dirigente juventino riportate da tuttojuve.com:
“Non la aspettavamo dopo la partita. Le chiediamo il motivo.
“E’ stata una partita imprevista, la mia presenza qui è solo per sottolineare il fatto che abbiamo dato in questi anni tante gioie ai tifosi e purtroppo oggi diamo una grande amarezza. Abbiamo giocato una brutta gara, però il campionato va avanti, dobbiamo mettere giù la testa, pedalare, capire quali sono stati i nostri errori e cercare di non commetterli più, andare avanti e migliorare”.
Crede ci sia stata troppa pressione? Oggi abbiamo visto una squadra troppo nervosa.
“Ma no, alla fine se giochi nella Juventus… abbiamo giocatori di livello che sono abituati avere pressioni. Abbiamo purtroppo giocato una brutta gara, per tanti motivi, alcune volte non riesci neanche a capirli completamente tutti. Dobbiamo solo abbassare la testa e lavorare perchè oggi abbiamo veramente fatto una brutta gara”.
Vuole commentare l’episodio che ha visto protagonista Chiesa?
“Non voglio commentarlo, non ci interessa commentarlo, non sono qui per commentare gli episodi. Le gare vanno analizzate escludendo gli episodi, perchè altrimenti ti condizionano nella valutazione. Detto questo, non l’ho rivisto, mi sembrava fallo, ma non sono qui per questo”.
Oggi sembrava una squadra sicura di vincere prima ancora di aver portato a casa il risultato. C’è un problema di approccio. Un errore di presunzione?
“Ripeto, credo si possa stare qui tre giorni a cercare di capire, pensare perchè abbiamo giocato una partita non buona, non positiva. Ci sarebbero tanti aspetti da analizzare, questio lo faremo in queste due settimane, ci sarà tempo per pensare a tutte le cose. Resta il fatto che non abbiamo effettuato una prova alla nostra all’altezza e di questo ci rammarichiamo”.
E’ un risultato che condizionerà le scelte future? Di mercato…
“No, abbiamo una programmazione, non è una partita che sposta le nostre idee, abbiamo una linea che abbiamo intrapreso non solo all’inizio di quest’anno ma anche all’inizio dello scorso per quanti riguarda la rosa e andiamo avanti per la nostra strada”.
Anche riguardo all’allenatore non ci sono…
“Senz’altro, certamente, ho parlato appunto di linea e questa continua. Siamo molto contenti di quello che stiamo facendo e di quello che abbiamo fatto e continueremo su questa strada, logicamente cercandoi di abbassare la testa, pedalare e lavorare per migliorare”
Ronaldo resta?
“La linea della Juve è questa: ci teniamo stretto il miglior giocatore del mondo”.
Questa stagione era già nelle vostre idee di poter essere di transizione?
“Noi non eravamo insoddisfatti degli allenatori precedenti, ci sono state motivazioni precise per cui abbiamo cambiato. Non è una sconfitta o una vittoria a determinare la linea di un club, se hai l’idea chiara di dove arrivare segui la linea e alla fine si vedrà se era corretta o meno. La parola transizione alla Juventus non esiste, si gioca per vincere sempre e alcune stagioni vanno meglio e altre peggio, però la transizione non esiste. Le annate sono importanti anche se c’è una crescita durante l’anno che porta risultati negli anni successivi. Ci sono tantissime squadre che per dieci anni hanno avuto transizione, ma in quegli anni non hanno nemmeno costruito, o magari sì. Non mi piace la parola transizione”.
Sarà un progetto triennale per ridurre costi e ringiovanire il club?
“Vorrei dire che siamo qui da undici anni e abbiamo sempre vinto e cambiato. Vincendo la gente non se ne accorge, ma noi abbiamo cambiato parecchio per vincere, anche attraverso scelte difficili che hanno portato a costruire i progetti successivi. Se in una stagione non si riesce a vincere può succedere, io sento parlare di cicli e da quando sono qua posso elencare sette volte in cui si era detto che si era chiuso il ciclo, dall’addio di Conte al ko col Galatasaray, o nella finale di Berlino dopo l’addio di Tevez, Pirlo e Vidal. È finito il ciclo dopo Cardiff, dopo Allegri, di cicli ne abbiamo fatti parecchi e continuato a vincere, prendendo rischi. A volte riesci a fare entrambe le cose, altre volte no.”
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