Editoriale – Stadi italiani? Più sicuri di così “si muore”!

VIOLENZA NEGLI STADI 554411Chi pensa che gli stadi italiani siano dei luoghi poco sicuri commette un grave errore. All’interno di un impianto sportivo del Belpaese non si sono mai verificati episodi che possano classificarsi come violenti o contrari alle norme vigenti sull’Ordine Pubblico.

Gi stadi italiani sono dei paradisi e, in quanto tali, rappresentano luoghi ideali dove anche le famiglie possono trascorrere in piena tranquillità del tempo insieme ai loro pargoli.

Gli stadi italiani hanno valenza educativa pari, se non superiore, a quella delle scuole.

Gli stadi italiani (mi scuso per le ripetizioni, ma sono volute) rappresentano un’ottima palestra per le menti ‘rammollite’ dei nostri giovani.

Insomma, chi afferma che gli stadi italiani siano dei luoghi poco sicuri nei quali regna l’illegalità (addirittura qualche pazzo li paragona a quelli del Terzo Mondo), vi sta raccontando una sporca menzogna!

È vero, sporadicamente si è verificato qualche episodio poco carino, ma nulla di talmente grave da suscitare il malcontento dell’opinione pubblica. Ovviamente, ci sono sempre quelli in malafede che vedono del marcio ovunque e che non perdono occasione per strumentalizzare ogni minimo soffio di vento.

Cosa volete che sia se sugli spalti di uno stadio italiano riesce ad arrivare uno scooter che poi viene ‘allegramente’ scaraventato giù da una curva? Insomma, mica siamo dei bacchettoni!?! Erano solo dei ragazzi che, come tutti i veri sportivi, in preda alla trance agonistica, volevano divertirsi facendo un giochino innocente. Come dicono i giovani, volevano ‘cazzeggiare’ un po’! Non staremo a perdere del tempo su queste inezie? Sono cose che capitano quotidianamente in tutti i paesi civili.

E non mi dite, poi, che vi impressionate se racconto che negli stadi italiani girano quintali di hashish e altre droghe leggere. Ma daaaaaaaaaaaaaiiiiii, chi non si è mai fatto una sana canna in vita sua?!? No??? E allora siete proprio dei bacchettoni! Tutti i veri tifosi per provare emozioni forti nel corso di una gara fumano più di uno spinello o bevono litri di birra.

Mi fanno ridere, poi, quelli che fanno la faccia storta se un giornalista sportivo, in tribuna stampa e nel corso della sua telecronaca, viene aggredito da un gruppo di supporters della squadra di casa.

Signori, non mi dite che vogliamo tutelare anche i giornalisti? Qui siamo all’assurdo! Quelli vanno allo stadio gratis e fanno un lavoro che è mero divertimento. Mi sembra giusto che un gruppo di tifosi frustrati, nonché lavoratori indefessi, li aggrediscano. Il giornalista, tra l’altro, era anche colpevole di essere ‘napoletano’.

Non mi soffermerei nemmeno più di tanto sui cori razzisti che vengono costantemente intonati contro una tifoseria in particolare. Si tratta solo di simpatiche canzoncine che inneggiano allo sterminio di un popolo intero invocando l’eruzione di un vulcano. E poi non è colpa nostra se i napoletani puzzano e non si lavano, è un dato di fatto! Lo diceva anche un famoso comico: “non siamo noi ad essere razzisti, sono looooro che sono napoletani”.

Siamo arrivati al punto che non puoi nemmeno augurare la morte di un ‘fratello d’Italia’ che un giudice ti chiude la curva per qualche turno. Non c’è più religione!

Insomma, gli stadi italiani sono quasi più tranquilli di una parrocchia. Non ne farei un dramma se qualche volta un gruppo di ultras invadendo il campo di gioco obbliga, con innocue minacce, i giocatori a togliersi le maglie; allo stesso modo non mi preoccuperei se dei calciatori, dietro consiglio di alcuni tifosi, si infortunano quasi tutti nei primi minuti di un derby.

Voglio affermarlo una volta per tutte: non è un delitto se qualcuno si prende cura di te usando la diligenza del buon padre di famiglia! Infatti, in entrambe le occasioni sopra citate, i tifosi hanno solo dato dei consigli affettuosi ai loro beniamini suggerendo di attuare determinati comportamenti per il ‘loro bene’.

Quindi, è un dato di fatto che c’è solo tanta disinformazione e malafede intorno al mondo del calcio, degli stadi e di alcuni gruppi di tifosi.

Se poi, ogni tanto, ci scappa il morto come è successo anche di recente, il calcio e gli stadi non c’entrano nulla! Come si può pensare che ci sia un nesso tra un contenitore di civiltà come un nostro stadio e la morte di un tifoso prima di una partita? Come si può solo supporre che i comportamenti assunti ‘dentro’ uno stadio possano generare un odio talmente profondo tra tifoserie da sfociare nell’organizzazione di veri e propri raid punitivi?

Il nostro modello organizzativo e di sicurezza è talmente impeccabile e all’avanguardia che solo uno sciocco potrebbe aver da ridire in merito.

Chiudo questo lungo e noioso articolo facendo un appello alle Istituzioni: “mi raccomando, non cambiate una sola virgola dell’attuale impianto normativo in materia di sicurezza negli stadi. Non lasciatevi infinocchiare da chi vi chiede leggi severe che mettano al bando una volta per tutte i violenti. Così com’è il sistema è perfetto! E se, di tanto in tanto, un ragazzo di periferia dovesse beccarsi una pallottola e perdere la vita per colpa di una partita di calcio, non vi preoccupate, voi dite sempre che non è colpa vostra, anzi, indignatevi pure”.

Un’Italia e degli stadi migliori non si possono desiderare, anzi, meglio di così “si muore”.

Ciro Esposito, Riposa In Pace!

Dario Catapano

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

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One thought on “Editoriale – Stadi italiani? Più sicuri di così “si muore”!

  1. Il tuo articolo e’ molto eloquente,davvero significativo,ma credo che non scalfirà minimamente la corazza che indossano le nostre autorità!!!E’ semplicemente vergognoso che nessun politico abbia fatto menzione della morte di Ciro Esposito,un silenzio che è una condanna ,un altro grande dolore per i familiari dello sfortunato tifoso Napoletano!!!!Comunque complimenti Dario,hai giustamente accusato le istituzioni assenti ed irresponsabili usando un’ironia tagliente come una lama di un coltello.

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