Tatticamente parlando: Il Napoli di Ancelotti schianta il Torino

Non era facile, non lo era per tanti motivi ed Ancelotti lo sapeva, li conosceva tutti. Andare sul campo del Toro non è certo una passeggiata, non lo è per nessuno, soprattutto se sei ad inizio stagione e stai giocando la terza partita in una settimana, e poi dovrai rigiocare mercoledì e ancora sabato, e che sabato…

Le scelte di Re Carlo sono dipese proprio da questo aspetto, dalla consapevolezza di essere nel bel mezzo del primo tour de force della stagione, con la necessità di ruotare gli uomini in rosa per averli al massimo in tutte le partite.

Dicevamo del Toro, un Torino che a parte la sconfitta immeritata subita all’esordio contro la Roma con un gol negli istanti finali della partita, aveva messo insieme cinque punti in tre gare con la vittoria interna ottenuta sulla Spal ed i pareggi in trasferta contro l’Inter e l’Udinese (fra l’altro con un gol regolarissimo ingiustamente annullato). Insomma, un cliente tutt’altro che facile, che comincia a somigliare sempre più al suo bravissimo allenatore, quel Walter Mazzarri rimasto nel cuore dei sostenitori azzurri e che riesce sempre a imprimere una fortissima impronta alle sue squadre, capaci di esprimere un buon gioco ma soprattutto capaci di combattere per tutti i novanta minuti, senza mollare mai. E complici le assenze per infortunio di Iago Falque e De Silvestri, il tecnico dei granata ha disposto la sua squadra con un 3-5-2, schierando contemporaneamente le due punte centrali a sua disposizione, Belotti e Zaza, forti fisicamente ed in grado di mettere pressione ai centrali azzurri nel momento iniziale delle azioni.

Ma Ancelotti non a caso è l’allenatore più vincente d’Europa, e chi vi scrive è un Sarrista convinto, ed ha schierato il Napoli con un 4-4-2 ultra offensivo perché in fase d’attacco si trasformava immediatamente in un 4-2-4 con Mertens ed Insigne centrali e Verdi e Callejon ad attaccare le corsie laterali. Questo lasciando fuori dall’inizio titolari del calibro di Allan e Zielinski oltre a Mario Rui sostituito sulla corsia mancina da un Luperto all’esordio in serie A come titolare.

Proprio questo schieramento, che a molti è apparso azzardato, è risultato vincente. Il Napoli è sceso in campo con la ferocia che era mancata a Belgrado soprattutto sotto porta, ed ha subito fatto sua la partita, da grande squadra. Sono bastati meno di quattro minuti al Napoli per passare in vantaggio con un gol di Lorenzo Insigne, sempre più incisivo nella nuova posizione in campo ritagliata su misura per lui da Ancelotti, facilitato anche da un intervento difettoso di Moretti che ha spazzato male l’area colpendo il compagno di reparto N’Koulu. La palla carambolata addosso al difensore francese, è arrivata sui piedi di Insigne che è stato abile e preciso nell’insaccare il pallone sotto la traversa senza lasciare scampo all’incolpevole Sirigu.

Questo immediato vantaggio ha data ancor più consapevolezza agli azzurri che in pochi minuti hanno sfiorato almeno tre volte il raddoppio prima con Verdi, poi nuovamente con Insigne e ancora con Mertens che ha provato un pallonetto dalla trequarti che ha ricordato nella dinamica l’eurogol segnato lo scorso anno alla Lazio. Il Napoli ha continuato a premere nonostante il vantaggio con azioni corali e veloci che mettevano continuamente in difficoltà centrocampo e difesa del Toro. Ed in questo modo è arrivato il raddoppio firmato da Simone Verdi. Proprio l’ex bolognese ha raccolto palla sulla trequarti, ha allargato per Mertens che intanto era partito sulla sinistra ed è entrato in area a raccogliere lo splendido assist del folletto belga. Sono stati venti minuti di grande Napoli nei quali il Torino, sorpreso da questo schieramento super offensivo, non è quasi mai riuscito a passare la linea della metà campo e non ha mai impensierito il portiere Ospina. I rimanenti 25 minuti del primo tempo sono scivolati via senza alcun patema per il Napoli che anzi dava l’impressione di poter raggiungere il terzo gol in qualsiasi momento, giocando sempre molto compatto e con ripartenze veloci con tutti i suoi uomini d’attacco.

L’unico momento di difficoltà gli azzurri lo hanno vissuto ad inizio ripresa ed è coinciso con il rigore, evitabilissimo, che ha permesso al Torino di rientrare immeritatamente in partita. Ma anche in questo frangente è entrato prepotentemente in scena Ancelotti. Ha trasmesso la sua tranquillità alla squadra ed è intervenuto con il primo cambio, tre minuti dopo il gol, inserendo Zielinski al posto di Verdi. L’assetto tattico non è cambiato ma l’ingresso di Zielinski ha dato maggiore copertura e tranquillità a tutta la squadra che ha retto brillantemente al tentativo dei granata di rimettere la partita in equilibrio. Al 59° minuto il Napoli la chiude con un’azione velocissima. Palla recuperata da Mertens sulla linea di centrocampo, passaggio al nuovo entrato Zielinski che si invola verso la porta avversaria e con uno splendido assist mette Callejon nelle condizioni di calciare a colpo sicuro. Lo spagnolo colpisce il palo ma la palla finisce ad Insigne che sigla la sua doppietta personale e porta il risultato sul 1-3. Questa azione sancisce la bontà dell’intuizione di Ancelotti nell’inserire Zielinski e viene finalizzata da un Insigne che appare sempre più a suo agio nella nuova posizione. Per evitare ulteriori patemi d’animo Ancelotti decide di mettere in campo subito dopo il terzo gol anche Allan, il guerriero azzurro che più di tutti sembrava aver bisogno di riposo nella vittoriosa partita contro la Fiorentina. L’ingresso del brasiliano è servito a dare ulteriore graniticità alla squadra perché, col suo dinamismo, il Napoli diventa ancora più padrone del centrocampo. Inoltre questa mossa ha permesso agli azzurri di giocare in maggiore tranquillità togliendo dal campo un positivissimo Rog che però era già ammonito. Il Torino non è più riuscito ad impensierire la squadra di Ancelotti che al 74° ha dovuto sostituire l’acciaccato Luperto con Maksimovic. Anche in questo caso la sostituzione è sembrata giusta il quanto il serbo è stato utile nel contrastare la fisicità degli attaccanti granata più di quanto avrebbe potuto fare Mario Rui o lo stesso Hysaj che è stato spostato sul versante sinistro.

La partita di oggi ha confermato i progressi del gruppo azzurro. I ragazzi riescono sempre meglio a mettere in campo le idee del loro allenatore esprimendo un calcio fluido e redditizio che non disdegna di regalare momenti di spettacolarità.

Lorenzo Traettino

One thought on “Tatticamente parlando: Il Napoli di Ancelotti schianta il Torino

  1. Analisi della partita perfetta. Aggiungerei da sarrista convinto ad un sarrista convinto, che è giunto il momento di lasciar andare il vecchio amore ed innamorarsi di quello nuovo.

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