Squadra prima battuta sul campo, poi umiliata sotto la curva: una scena cui il calcio italiano – nel suo aspetto deteriore – ci ha ormai abituato. Il processo di popolo, la pubblica gogna – con gli insulti e le minacce da incassare a capo chino, con le maglie da togliersi per indegnità – sono scene che anche quest’anno si sono viste presso i nostri lidi, basti pensare a quanto accaduto a margine di Roma-Fiorentina. Scene che tuttavia non potranno più aver luogo, dopo che il Consiglio Federale ha varato martedì una normativa ad hoc che vieta un’ampia casistica di comportamenti tra cui appunto quelli in oggetto, ma anche quelli che hanno visto giocatori esibire al posto della fascia di capitano simboli di gruppi di tifosi turbolenti, come accaduto a Cagliari da parte di Daniele Conti dopo l’aggressione subita dalla squadra.
“Ai tesserati è fatto divieto – recita il testo della nuova norma federale – di avere interlocuzioni con i sostenitori nel corso dell’attività sportiva (ritiri, allenamenti, gare) e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che possano costituire fora di intimidazione, offesa, denigrazione, insulto per la persona o che violino la dignità umana“.
La violazioni saranno sanzionate con pene che vanno dall’ammenda pecuniaria all’inibizione temporanea, ovvero squalifica in caso di calciatori. Stesse sanzioni anche per quei tesserati che hanno rapporti con rappresentanti di associazioni di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Rapporti comunque che devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria.
Ed infine, tornando al caso Conti-Sconvolts, adesso è codificata anche la fascia di capitano, sulla quale possono essere apposti loghi, disegni e scritte riconducibili alla società e al campionato. Un giro di vite davvero stretto, adesso c’è da vedere cosa succederà sul campo quando la temperatura salirà..
Fonte: goal.com
