Intervista a Manuel Iarrusso: “Mi piacerebbe rimanere nel Mezzolara”

Abbiamo intervistato per la Rubrica “Buoni esempi calcistici” l’attaccante del Mezzolara Calcio Manuel Iarrusso.
Ecco la trascrizione dell’intervista:

Manuel tu sei toscano, e sono già alcuni anni che giochi nelle squadre dell’Emilia Romagna. Hai giocato nell’Este. Adesso sei nel Mezzolara, il tuo primo anno. Diciamo che i conti si fanno sempre a fine stagione, ma del tuo prima anno nel Mezzolara che cosa puoi dire?

Sì sono arrivato quest’anno. Ho fatto due anni in Veneto e direi che per ora l’annata ha visto un po’ degli alti e bassi. C’è stato un impatto bellissimo perché qui l’ambiente è veramente carino perché ci sono tanti volontari, tante persone intorno alla squadra, la domenica vengono tante persone a vederci.
Purtroppo, siamo in una situazione da dove stiamo cercando di uscire. Siamo un po’ in difficoltà, però diciamo che l’impatto è stato molto positivo, sia con la società che con l’ambiente, con tutte le persone che circondano questa squadra e questo paese.

Tu sei attualmente il cannoniere della squadra. La domanda te la avrei dovuta fare all’inizio dell’anno. A quanti gol pensi di arrivare? Adesso siamo a fine stagione e è più facile intuire ed avere un obiettivo.

Sai per un attaccante il gol è importante. Arrivare in doppia cifra è l’obiettivo che avevo e sicuramente i gol sono importanti, per me, ma soprattutto per la squadra, se vengono i punti. La salvezza è il nostro obiettivo, è quello che vogliamo raggiungere. Sicuramente più gol faccio (sia per mia soddisfazione, ma soprattutto per garantire qualche punto alla squadra per la salvezza), più vengono meglio è.

Magari i tifosi sanno quanti sacrifici fa un giocatore per giocare nella serie A nelle serie B, ma quanti sacrifici bisogna fare per giocare in Serie D? Quanti allenamenti fate alla settimana?

Non siamo professionisti a livello fiscale, però siamo dei professionisti a livello di allenamenti e a livello di impegno, perché comunque noi ci alleniamo dal martedì al sabato, compreso la domenica che giochiamo. Quindi il lunedì è l’unico giorno libero che abbiamo e quindi direi che l’impegno è massimale. Ti porta via tutto l’arco della giornata. Poi, è importante essere professionisti dentro, facendo sacrifici. La sera bisogna cercare di uscire il giusto, non straviziare. Quindi, anche se non siamo professionisti dobbiamo fare una vita da professionista.

Quando dici che non siete professionisti che cosa intendi? Ora non ti chiediamo quanto guadagna un giocatore di serie D (anche perché non ce lo diresti), ma un giocatore di Serie D riesce a vivere solo di calcio? Riesce a progettare la sua vita soltanto sul calcio o deve tenere in mente anche qualcosa di diverso?

Io sono dell’idea che chi fa questo sport è un fortunato e chi riesce a farne un lavoro e ancora più fortunato. Io mi reputo uno di questi. Riesco a fare del mio sport il mio lavoro. Detto questo, comunque, la Serie D riesce a farti mantenere le annate e se sei intelligente riesci a metterti qualcosa da parte. Sicuramente, facendo solo una carriera di questo genere devi pensare al futuro. Devi pensare a quando finirai.

Tu ci hai già pensato quando tra 15 anni 20 anni smetterai?

(ridendo) Allora 30 anni 40 anni, certo.

Si va direttamente in pensione…

(ridendo) Si va in pensione! No no sicuramente ci sto pensando, e anche se sono molto giovane…
giusto?

Certo. Giustissimo.

No ci sto pensando. Mi piacerebbe, però, avere un ruolo sempre nel calcio, sia da direttore sportivo sia da allenatore. Sto facendo degli studi extra calcistici, extra sportivi, di inglese di human resources per un domani. Sperando che l’Italia cominci un po’ a marciare.

Senti, Fabio [Bazzani] era abbastanza pessimista in proposito. Pensi che i tifosi del Mezzolara possano aspirare a qualcosa in più della Serie D? O pensi che questo per una società come Mezzolara, una frazione di duemila abitanti, sia l’obiettivo massimo raggiungibile?

Fabio sicuramente lo sa meglio di me, perché è qua da, credo, cinque anni. Quindi conosce l’ambiente più di me. Io ho vissuto una realtà a Rosignano, sempre in Serie D, che è una realtà simile. Quindi, credo che la Serie D sia un campionato importante e che comunque riesce a toccare varie Regioni oltre l’Emilia. È un campionato in cui ogni tanto, ultimamente spesso, qualche big la sfidiamo anche noi. Sicuramente il passo nel professionismo è un grosso passo. C’è un grosso dislivello tra Serie D e professionismo, basta vedere i contributi. È tutto raddoppiato, tutto in base alle risorse

Tu pensi di continuare ancora nel Mezzolara? Ce lo puoi dire?

Io devo essere sincero. Non sono un giramondo perché amo rimanere nelle società. Amo mettere radici e cercare di prolungare gli anni e, quindi, io qua mi sono trovato bene. L’ambiente mi ha subito preso in considerazione in maniera positiva. Quindi se ci fosse l’opportunità. Io sarei contentissimo.

Io credo che i tifosi si aspettino e si augurino che tu possa rimanere ancora per tanto tempo.

Vorrebbe dire che siamo sempre in Serie D e quindi speriamo davvero. Perché sarebbe un percorso iniziato quest’anno e non ci sarebbero problemi per il futuro.

Manuel ti ringraziamo. Puoi salutare i nostri lettori e i nostri ascoltatori di ForzAzzurri.net?

Sì. Saluto tutti i lettori e sempre FORZA MEZZOLARA.

Prossimamente riporteremo anche l’intervista al Direttore Sportivo Massimo Calzolari.

Amedeo Gargiulo

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Amedeo Gargiulo

Laureato in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli nel 1997. Seconda Laurea in Storia all'Alma Mater di Bologna nel 2012. È insegnante di Lingua e Letteratura Italiana nella Scuola secondaria di secondo grado dal 2007. È giornalista pubblicista dal 2017. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo storico: "Κύμη (Cuma)" Azeta Fastpress. Si occupa di due rubriche sulla storia del Calcio: "Tasselli di storia napoletana" per Forzazzurri.net e "SINE QUA NON, siamo qui noi" per 1000CuoriRossoblu. È Presidente della Associazione Culturale Enciclomedia ODV.

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