Corbo: “Gli interessi di De Magistris e De Laurentiis? Uno pensa alla popolarità l’altro al risparmio”

Il Napoli entra nello stadio polacco del Legia Varsavia ripensando al suo. Proprio De Laurentiis ne ha parlato ieri, riaprendo una questione infinita e sempre irrisolta. La vertenza non fa notizia, non vale due righe, ma il presidente sa conquistare l’attenzione. Gli basta un raptus di eleganza. Definisce il San Paolo, trascurando che a Fuorigrotta siano passati 55 anni di storia del club, due scudetti, giornate memorabili e solo sabato scorso la vittoria su una Juve stremata. Chissà quando finirà la farsa: la polemica è utile solo a mascherare la verità. Gli opposti interessi di sindaco e presidente, uno interessato alla popolarità l’altro al risparmio, convergono nella stessa strategia: il rinvio. Si giocherà a Napoli intanto una promettente Europa League in uno stadio insicuro e disadorno. Vale da esempio quello di Varsavia: costruito nel 1930, ha trent’anni in più, ma i lavori di restauro iniziati nel 2008 lo rendono almeno gradevole.

Una settimana fa De Laurentiis intervenne con una lodevole intervista alla radio di fiducia. Si offrì come bersaglio, con il 5-0 sul Bruges l’allenatore esordiente in Europa se la cavò da solo. Sembra roba di molto tempo fa, solo due settimane dividono invece questo Napoli di sfrontata allegria dalle perplessità dell’ambiente. Il tecnico arrivato da Empoli ha allontanato anche l’ombra di Conte, a futura memoria. Ora Sarri ha altri crucci, per sua fortuna. Rinuncia alla squadra delle ultime vittorie per giustificata prudenza: il Napoli tornerà dalla Polonia nella notte, saremo già a venerdì, per rimettersi in ordine, rifare la valigia a misurarsi domenica sera a San Siro con il disperato Milan.

Sarri contesta un margine così esiguo, ma sono prevedibili certi disagi. Uno, perché l’Europa League ai superburocrati del calcio italiano sembra una Coppa di latta. Due, perché la Lega ha ancora Maurizio Beretta presidente. I suoi rapporti con De Laurentis sono stati chiusi in un lampo d’ira. fu definito Beretta in un’eclissi di cortesia. L’inconsueto garbo non evitò a presidente e club 20mila euro di ammenda. Come poteva Sarri sperare in un posticipo, in un gesto di sensibilità della Lega, in una decisione che non favorisse il Milan? Solo un caso: il dirigente milanista Galliani è con Lotito il più tenace sponsor di Beretta.

Tocca a Sarri indovinare una via d’uscita. L’Europa League gli dà una certa emozione, deve farsi conoscere all’estero. Ma il Milan è l’ostacolo più insidioso del lungo ciclo. Inevitabile il turnover, senza cambiare modulo. Un 4-3-3 con interpreti diversi nei ruoli fondamentali. Maggio subentra a Hysaj, ormai promosso. Valdifiori cerca di farsi riconoscere, sebbene da lontano. Sostituisce Jorginho che gli ha strappato il posto con largo merito. Ed è la serata di Gabbiadini, un tipo che si fa notare per i suoi gol. Stasera deve creare gioco, diventa uomo di raccordo. Aprire spazi per gli inserimenti dei mediani, è la regola del modulo. Gioca per sé e per gli altri, vediamo come va.

Fonte: Antonio Corbo per Repubblica

Carmine Gallucci

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