Corbo: “Juve ha vinto a sua insaputa. Ancelotti con ampi margini di progresso, ma deve fare scelte drastiche”

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Corbo: “Juve ha vinto a sua insaputa. Ancelotti con ampi margini di progresso, ma deve fare scelte drastiche”. Di seguito l’editoriale apparso sulle pagine web di Repubblica

Corbo: “Juve ha vinto a sua insaputa. Ancelotti con ampi margini di progresso, ma deve fare scelte drastiche”. “La Juve ha vinto a sua insaputa. Ma c’è una frenetica gara per spiegare i segreti del suo successo. Chi vede l’impronta di Sarri, che non allena dal 19 agosto. Chi esalta i pregi tattici, dimenticando che il profeta del calcio estetico a Napoli detestava il contropiede. “piuttosto torno in banca a lavorare“, era la frase che gli si attribuiva come la bandiera della sua rivoluzione. Chi rimarca la tenuta atletica della Juve, trascurando il crollo finale con rimonta del Napoli tra i minuti 67 e 92. Si continui pure a fantasticare. La realtà propone temi più urgenti. Se la Juve non sa come ha vinto, almeno il Napoli sa perché ha perso?

L’ha capito Ancelotti. Ha qualche responsabilità, ma anche il coraggio di criticare squadra e Koulibaly, non per autogol, ma per le sbandate difensive. Grave il troppo largo controllo di Higuain in area. Il Napoli è stato per un’ora come una zattera tra i marosi, sino al 3-0 ha sofferto tra le due catene juventine, Khedira-Douglas alla sua sinistra e Matuidi con Alex Sandro e Ronaldo a destra.

Il campionato non è finito sabato, basta capire i nodi, ci sono poi margini enormi di progresso.

1) Il senegalese Koulibaly è tornato solo a Ferragosto dalla “Coppa delle Nazioni Africane 2019”, assegnata all’Algeria con il Senegal in finale il 19 luglio. È fuori condizione quasi peggio di Allan, rientrato il 4 agosto. Ancelotti dovrà comunque stimolare entrambi. Confermandoli, il Napoli ha rinunciato ad almeno 150 milioni. Sono appagati o vogliono ritrovare subito quotazioni e prestigio internazionale?

2) Manolas si conferma prezioso. Ma l’asse con Koulibaly non c’è, quindi non funziona la difesa. Perde spesso la linea e si scompone. Sarri ricorreva ai droni durante gli allenamenti. Che noia vedere e rivedere, ma la fase difensiva era ben curata. Si ricorda Sarri purtroppo solo per l’ostinato possesso palla e tutti i ricami offensivi.

3) Se Allan è quello di Firenze e Torino, per Elmas la panchina scotta.

4) Il centrocampo elabora gioco perché ha tecnica, ma lascia squarci devastanti davanti alla difesa. Ancelotti dovrà scegliere. Insistere sul 4-2-3-1 richiede due mediani di estrema affidabilità. Non lo sono il lento Allan e Zielinski, che si propone in attacco ma non rientra. Nella ripresa con il 4-4-1-1 il Napoli si è ricompattato. L’alternativa è un centrocampo a tre, più coeso e protettivo. Qualcosa deve cambiare: 7 gol subiti in due partite sono una colata di fango sul bel progetto estivo.

5) Al contrario di Firenze il Napoli ha retto nelle zone esterne: con Di Lorenzo che a destra non si è piegato a Cristiano Ronaldo e con Mario Rui molto accorto e propositivo nella ripresa. Si teme che Ghoulam non sia ancora tornato ai suoi livelli, giusto aver bloccato la cessione di Hysaj.

6) Penalizzato da un lieve malanno, è ancora un enigma Insigne. Chiede di giocare a sinistra. Ma nel terzetto offensivo (terzo di lato) ha inciso poco. Come quarto a sinistra di un 4-4-2 deve coprire tutta la fascia, può farlo solo contro squadre remissive. Il modulo migliore per lui, dai tempi di Zeman, è 4-3-3. Sistema che Ancelotti non gradisce.

7) Mertens cammina. Al messicano Lozano è bastato giocare nella ripresa per imporre la sua conferma. Prima punta o esterno, gioca nei due ruoli. C’è ancora Milik in lista d’attesa, quindi Llorente.

Una varietà di soluzioni da grande squadra. Richiede però scelte drastiche. Ad Ancelotti due settimane per far scoccare la frusta su purosangue ancora impigriti. Ma anche per far coincidere una sua idea di squadra con la condizione dei giocatori. Bel disegno tattico quello di Torino, ma virtuale. Troppi erano sotto tono”.

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