De Laurentiis, blitz a Castelvolturno: Ecco il messaggio per la squadra

ssc napoliMezz’ora sola vi vorrei: per un saluto, per dirsi (con serenità assoluta) ch’è venuto il momento (un altro e poi un altro ancora), che il passato è un sasso da lanciare nell’oceano dei ricordi. Le quattro del pomeriggio d’una Castelvolturno immersa nella quiete che fa seguito a quella tempesta emotiva del San Mamés affogata con la vittoria di Marassi e però rimasta lì, nella testa e magari forse anche nella pelle, sicuramente nell’atmosfera un po’ mesta d’una città da scuotere, come quel Napoli al quale De Laurentiis fa sentire la propria presenza, fa ascoltare il proprio messaggio – stavolta diretto e non subliminale – perché si sta per ripartire e bisogna rimuovere la malinconia e andare ben oltre.

IL MOTIVATORE. A volte basta poco, anche solo un sorriso, oppure pochissime parole che però devono arrivare dritte al cuore e tornare utili per avvertire un cenno di «solidarietà», un aiutino psicologico per andarsene fuori dalla tormenta: perché Bilbao (che senso ha fingere?) ha lasciato scorie e tracce e segni ed il successo sul Genoa certo è stato utile, eccome, ma poi non s’è avuto modo per incontrarsi. La veste è ufficiale, ci mancherebbe, stavolta scende in campo il presidente e lo fa con un blitz in piena regola, per stupire con affetto speciale, per amplificare la portata di una decisione che mira a dar testimonianza della propria fiducia (cieca) nel progetto, in ciò ch’è stato costruito nel tempo e che non può essere demolito per due seratacce.

ECCOMI. Toccata e fuga: avendo il gesto un suo specifico valore (non solo dimostrativo) che va al di là del minutaggio e che sottolinea il desiderio di sottolineare al Napoli che c’è (ma anche a quello che rientrerà dagli appuntamenti con le Nazionali) che la società è presente e che Benitez è andato a Liverpool per tirare il fiato, secondo canoni (indubbiamente inconsueti) per il calcio italiano, ma ispirati da una comune visione del football moderno. Bentornati, ragazzi: e poi una mezz’ora per ribadire che la «vita prosegue» e che ci sono altri «quattro obiettivi» e che, maledizione, è andata, la Champions appartiene al mondo dei sogni (pardon, degli incubi), ma domenica c’è il Chievo e questa è una fase delicata della stagione. Perché – verissimo – la vittoria ormai diviene (quasi) la normalità e un accenno di zoppia, invece, rischia di infilarsi nella piaga del San Mamés, che comunque resta lì.

IL SEGNALE. E poi è nel momento del disagio o delle difficoltà (pure quelle ambientali) in cui serve esserci: De Laurentiis lascia Roma all’ora di pranzo, piomba a Castelvolturno prima che Fabio Pecchia cominci la seduta pomeridiana (con Mertens e Zuniga appena rientrati), si concede un’amabile chiacchierata con il suo Napoli – invitato, per mercoledì, ne avessero voglia, a Cinecittà World – al quale rilancia la propria incondizionata stima, non prima di aver rimosso le voci d’un week-end infiammato dalla vacanze di Benitez e da possibili amatori asiatici. E allora, meglio metterci la faccia e pure qualche tenerezza: loro di Napoli ne avevano bisogno.

Fonte: Corriere dello Sport

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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