Euro2020 – Un torneo che ha fatto la storia di tutti noi

euro2020

L’Italia vince Euro2020, ma il vero vincitore è di nuovo il calcio per le emozioni che riesce a trasmettere. Un torneo che ci riporta alla normalità.

Il trionfo del calcio. Si conclude, con la vittoria dell’Italia, Euro2020. Un campionato di calcio itinerante che sembrava essere un qualcosa d’inimmaginabile in quest’ultimo anno e mezzo a causa delle complicazioni dovute all’emergenza epidemiologica di Covid-19. Vinciamo noi, ma trionfa lo sport, in particolare il calcio, per essere ritornato nelle sue emozioni più chiare e più sincere. Euro2020 è stato il torneo della normalità, dovuto sia al suo particolare e celebrativo format e sia per la necessità di riportare in alto l’essenza del calcio. Diversi sono stati i momenti salienti da ricordare e Forzazzurri.net proverà a farlo.

“Nessun dorma”

La canzone “Nessun dorma” scelta da Bocelli per la cerimonia di apertura era un chiaro messaggio (anche se involontario): non si poteva rimanere impassibili davanti alla maestosità di Euro2020. L’11 giugno del 2021, tutti i tifosi di questo sport (e non solo) hanno sentito il richiamo del Dio del calcio che aveva riacceso la fiamma della passione. Dopo un anno e mezzo di tenebroso e noioso spettacolo offerto dai campionati nazionali dovuto alla chiusura degli stadi e le polemiche per la Superlega, Euro2020 ha deciso di rianimare l’amore nei confronti di questo sport e l’ha fatto con i tifosi al proprio posto, anche se con un numero limitato. Da Roma a Londra, passando per Budapest, il calore e l’incitamento dei supporter è stata la linfa vitale per il successo di tale competizione.  Ritornare a cantare il proprio inno, esultare e fischiare (sempre nel rispetto degli avversari) incitando i propri beniamini è stato il “premio” per la sofferenza di questi mesi.

Un eroe ad Euro2020

Nel diario dei ricordi di Euro2020 non potremo mai dimenticare le immagini drammatiche che abbiamo assistito durante Danimarca – Finlandia del 12 giugno. Un momento di suspense e di angoscia è assalita su di noi quando Eriksen si è accasciato a terra per un arresto cardiaco. Un susseguirsi di eventi che hanno visto emerge l’umanità di un singolo: Simon Kjaer. Un vero capitano che si preoccupa del suo amico, precipitandosi nel praticare tutto quello che fosse necessario per salvargli la vita. Un uomo che, in quell’attimo, non ha conosciuto la paura (o quanto meno non si è fatto sopraffare dalla stessa) facendosi trovare pronto sia per l’amico Christian e sia per la moglie. Un evento che ci ha fatto ricordare l’umanità del calcio e di come a volte si dimentica di avere, la fragilità di uomini che spesso li consideriamo macchine da gioco. Se è vera la frase “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” il capitano Kjaer si è dimostrato un supereroe danese pronto per salvare la vita ai propri compagni. Una Danimarca colpita dalla preoccupazione e rigenerata nella grinta, tanto da raggiungere la semifinale.

Oltre lo sport

L’europeo itinerante non ha parlato solo la lingua della tattica e tecnica del calcio. Infatti, Euro2020 non si è fatto mancare ogni aspetto della vita oltre lo sport. Cosi non sono mancati gli episodi memorabili come il “gioco delle bottiglie” tra Cristiano Ronaldo, Pogba e Locatelli che hanno causato perdite o profitti per alcuni sponsor. Non è mancato un velo di carattere politico in riferimento alla decisione della UEFA di vietare di illuminare lo stadio di Monaco di Baviera per la partita tra Germania – Ungheria, per sostenere il movimento LGBT e di “attaccare” le politiche restrittive del parlamento ungherese per la libertà sessuale.  La nazionale di Mancini si era ritrovata in un vortice di polemiche nel mancato appoggio al movimento del “Black Lives Matter”, le incomprensioni tra federazione e giocatori si sono risolte nella finale del 11 giugno in cui i giocatori si sono inginocchiati prima dell’inizio del match. Non è mancata la critica su Londra come sede della finale, a causa della variante Delta e delle blande norme anticovid del governo di Boris Johnson.

Un solo vincitore

Euro2020 è stato soprattutto il nostro Europeo. Un Italia spenta sia sotto il punto di vista calcistico e sociale, necessitava di rinascere. Dopo una mancata qualificazione ai mondiali e i mesi della sofferenza e della lontananza sociale, siamo ritornati e ci siamo riavvicinati (senza dimenticare le norme anticovid). Noi tifosi abbiamo ripreso quel tricolore che ci ha accompagnato e fatto forza nei momenti più oscuri. “Ce la faremo” è il motto rispolverato, ma questa volta non per darci forza ma incitare i nostri beniamini. La nazionale di Mancini ha incarnato al meglio lo spirito dell’italianità, soprattutto nella sua caparbietà e forza d’animo. Il gruppo è stato più forte del singolo, il lavoro e la programmazione sono stati più forti dei talenti. L’Italia ha dominato l’Europa.

Euro2020 è il torneo della normalità, lo ricorderemo ai nostri fratelli più piccoli, figli e nipoti di come il calcio ci ha fatto riscoprire di nuovo la bellezza di essere liberi di viaggiare, tifare e divertirci. Le serate dell’europeo itinerante sono stati momenti di felicità in cui il calcio si è ricordato il suo obiettivo fondamentale: divertire. Viva Euro2020, viva il calcio.

Francesco Abate