Henrique: Napoli era un salto nel buio, ma ora sono felice. Altro che camorra, qui si vive benissimo.

HENRIQUE33333222244Il calciatore del Napoli Henrique ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Andrea Chiavacci per la versione brasiliana di Fox Sports. Ecco la traduzione di Tuttonapoli: “E’ stato un momento difficile quello del mio arrivo in azzurro. Visto che eravamo vicini alla Coppa del Mondo, non avevo considerato la possibilità di cambiare squadra, tanto meno paese . Volevo giocarmi le mie possibilità di essere convocato in Brasile. Difficile pensare ad un cambiamento così radicale . Spostarsi in un paese in cui non si sa nulla . La mia scelta è stata difficile, ma ora posso dire che è stata quella giusta”

E’ stato il Palmeiras a chiederti di partire per far cassa o stavi spingendo tu stesso per una nuova avventura in Europa?

“ Domanda difficile . Ho sempre messo in chiaro , anche quando si è iniziato a parlare di trattative , che non volevo lasciare il Palmeiras. È stato per molti anni il mio e questo era l’anno del centenario. Per chi , come me , ha scelto di rimanere nonostante la Serie B, è stato un anno difficile, dove abbiamo lottato per tornare in massima serie tra mille difficoltà. Il mio unico pensiero era quello di restare qui e continuare al Palmeiras. Ma poi arrivò l’offerta del Napoli, una grandissima squadra. La scelta è stata difficile. Accettare la proposta sembrava essere anche un salto nel buio. Il Palmeiras era molto ben disposto a trattare con gli azzurri e questo ha favorito il finale che tutti conosciamo”.

Hai ancora l’inno del Palmeiras come suoneria del tuo cellulare…

“Il mio legame con questo club è molto forte, mi ha aiutato a crescere e tiferò sempre per quella maglia”.

I tifosi che incontri per strada ti hanno perdonato il fatto di essere partito?

“Sì, tutti mi salutano e ringraziano. Al Palmeiras ho vissuto momenti di gioia, come la vittoria in Coppa del Brasile, e tristezza, come la retrocessione. Ma ho sempre dato tutto quello che avevo, e la gente questo lo sa, non mi vede come un traditore. La mia cessione dipendeva dalla volontà del presidente Paulo Nobre, alcune situazioni nel club l’hanno resa inevitabile”.

Cosa è cambiato rispetto all’Henrique che 5 anni fa approdò al Barcellona?

“Dal punto di vista del rischio l’arrivo al Napoli era un salto del buio più di quello al Barcellona. Avevo bisogno di giocare e la mia paura era un tempo d’adattamento lungo. Invece è andato tutto benissimo in tempi brevi, sono diventato più esperto come calciatore e come persona”.

C’era un certo scetticismo tra tifosi ed addetti ai lavori dopo il tuo arrivo…

“Senza usare mezzi termini, avevo paura. Ma dal primo momento in cui sono arrivato sembrava di essere ancora in Brasile, tante cose di Napoli sono simili alla mia nazione. Il club ed i compagni mi hanno aiutato tanto ed i tifosi mi hanno accolto benissimo, nel giro di due settimane mi sentivo già tranquillo ed a mio agio. E’ stato tutto molto più semplice di quanto immaginassi”.

Cosa pensi delle polemiche dichiarazioni del presidente del San Paolo riguardanti la presunta trattativa per Ganso? (“Non lo vendo nemmeno per tutti i soldi della camorra”, ndr)

“Non ne sono a conoscenza, non so esattamente come si sia espresso”.

Parlando di camorra, ha mai temuto che il tuo nuovo club potesse averne qualche relazione?

“Mai! Vivo benissimo a Napoli, in maniera tranquilla. Né io né la mia famiglia abbiamo paura, siamo molto adulati dai tifosi azzurri, che amano tantissimo il calcio”.

Torniamo al calcio, nei tre mesi a Napoli hai occupato tre posizioni diverse. In quale ti senti più a tuo agio?

“Gioco dove mi chiede l’allenatore e dove posso essere più utile. Sono stato impiegato anche come terzino, quando il titolare si era infortunato. Benitez mi ha chiesto se avessi mai giocato in quella posizione e gli ho risposto di sì, ma solo tre volte cinque anni fa. Il tecnico ha voluto rischiare e per fortuna mi sono adattato bene, anche perché agisco più come terzo difensore o come dice il mister “falso terzino”. Visto che mi piace uscire palla al piede ho ben figurato in questa posizione guadagnandomi anche il posto da titolare in finale di Coppa Italia”.

Quando hai saputo della convocazione in Nazionale sembravi nervosissimo, come abbiamo visto grazie al video girato da Jorginho…

“Speravo di essere convocato ma non ne avevo la certezza, non ho dormito due settimane! C’era la concorrenza di grandi giocatori come Miranda, Dedé e Marquinho, sapevo che non era per nulla facile”.

Il fatto che Benitez abbia mostrato la tua versatilità può averti aiutato per la convocazione?

“Quando Scolari allenava il Palmeiras fu lui a propormi come centrocampista, quindi conosceva la mia capacità di essere utilizzato in varie parti del campo. Adesso mi ha scoperto anche come terzino…”.

Come immagini un contrasto in finale di Coppa del Mondo contro Higuain e Fernandez nel Maracanà?

“In campo in una situazione del genere non ci sono amici!”

Come ti trovi nella tua nuova città?

“Napoli somiglia al Brasile: c’è il mare, la gente è accoglientee, Dio mio, tanto cibo! Si mangia benissimo! Quando sono arrivato avevo timore da questo punto di vista, ma è tutto buonissimo: la pasta, le insalate, la pizza… ed in ogni caso in città ci sono tre ristoranti brasiliani quando mi colpisce la nostalgia!”.

Una domanda fondamentale: i paulisti dicono che la loro pizza sia meglio di quella italiana, ora che le hai provate entrambe puoi rispondere…

“Sono entrambe buonissime! (ride, ndr)”.

Fonte:tuttonapoli

Antimo Panfilo

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi…

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