Iavarone: “Napoli, assalto al campionato, ci pensa Higuain…”

Napoli, assalto al campionato… Il punto di Toni Iavarone su Atalanta-Napoli pubblicato sul suo blog toniiavarone.it

Il ribaltone del 2015 lo firma la Lazio, che manda due volte giù l’Inter e apre le fauci del Napoli e di chi insegue. La capolista ora è lì, a un punto e ogni certezza è uno sbuffo d’aria. Come dire grande è la confusione sotto il cielo del campionato, perciò la situazione è favorevole.

L’ultima vittoria dell’anno rinfranca il Napoli e gli indica la strada da percorrere nell’anno che verrà. Tre segnali compaiono dinanzi a Sarri, non sono preoccupanti, anzi uno è un segnale d’accesso. Perché il Napoli a Bergamo ha mostrato l’altra sua faccia, che può essere indispensabile se sarà messa tra le cose da fare in caso di emergenza: perché è la qualità di alcuni singoli, e soprattutto la ferocia agonistica, che ti fa uscire indenne quando il gioco si fa duro. Come contro l’Atalanta, che s’è aggrappata addosso al Napoli, coprendone le fonti e cercando di tenere gli azzurri lontani dalla propria metà campo. E va detto che Reja, allenatore di campo che fiuta l’avversario sino a tendergli l’agguato, in parte c’era riuscito, Sino a quando il “totem“ del Napoli, al secolo Gonzalo Higuain, non ha deciso di buttarsi addosso tutti i palloni possibili e immaginabili. Allora ecco Mertens che sa sveltire la manovra, meno lanci lunghi e più ritmo (questo è il secondo segnale, ovvero le sostituzioni) e soprattutto s’è ripreso la fascia sinistra che Insigne, un po’ spento e stralunato, aveva concesso all’Atalanta. Già perché il mismatch (Lorenzo è veloce e salta l’uomo, Bellini fisicamente più forte ma meno rapido) era finito a svantaggio del Napoli. Il segnale d’allarme s’alza proprio a questo punto. Perché ritardare tanto il cambio?

L’ultimo segnale ha nome e cognome. Mai smettere di dire grazie al giocatore che rappresenta la wild-card della quale si ha bisogno quando la situazione si complica. È Gonzalo Higuain, che ancora si scuote le braccia sul petto (segno di esultanza), nel contempo svita l’Atalanta, rilancia il Napoli, rallegra i tifosi e concede un po’ di quiete al pianeta azzurro, frenando una vocazione al masochismo tattico. Se contro Roma e Bologna, Gonzalo sembrava non sbloccarsi mai, stavolta c’è un destino felice che gli rinvia sui piedi le occasioni che servono: due gol su sei palle gol. Segna di testa, non accadeva in campionato a nessuno del Napoli dal primo turno. La sua testa è lo strumento migliore di una squadra che la testa la usa comunque, e non solo per gonfiare la rete. Cervello e fronte sono complementari. Due gol molto dissimili, uno nel primo tempo e un altro nel secondo, ma con perfetta scelta di tempo, non solo nelle esecuzioni ma nel momento in cui eseguirle: all’inizio della ripresa, per tramortirla, e dopo la metà, per chiuderla e impossessarsene. Gol perfetti, tensione ed emozione insieme, eppure non è solo questo che conta. La partita di Gonzalo Higuain è stata esemplare anche nei movimenti sul prato, nei “tagli”, nel sacrificio e nel dinamismo. Perciò Higuain è andato a cercarsi la partita prima di esserne trovato, si è fatto un mazzo così, ha preso le solite botte ma non è certo rimasto ad attendere la prevedibile pioggia di palloni. Sono arrivati, è vero, ma perché lui sapeva dove andarli a raccogliere.  Il resto è il compito per le vacanze di Natale (ripassare la lezione sui calci di rigori) e poi… buona fortuna a tutti noi.

Carmine Gallucci

360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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