Il Mattino – Napoli, operazione rimonta: la spinta dai cinque sorpassi storici

L’edizione odierna de Il Mattino scrive sulla possibile rimonta del Napoli chiamando in causa le rimonte storiche del passato:

“Lazio di Eriksson, il Milan di Zaccheroni, due volte la Juventus di Lippi e quella di Conte: le cinque rimonte scudetto nell’era dei tre punti che danno la spinta al Napoli di Sarri. Altri cinque in precedenza i ribaltoni storici con le vittorie che valevano due punti e nei campionati a 16 squadre.

Le rimonte storiche. Il sorpasso, insomma, si può fare: il Napoli è a meno quattro dalla Juve a dieci giornate dalla fine e potrà disporre della chance dello scontro diretto a Torino. La rimonta più celebre resta quella della Lazio nella stagione 1999-2000 che beffò all’ultima giornata la Juve di Ancelotti: fatale per i bianconeri fu la sconfitta sotto il diluvio di Perugia. Tutto partì dal successo della Lazio nello scontro diretto di Torino a sette giornate dalla fine, i biancocelesti riuscirono a recuperare addirittura uno svantaggio di nove punti: gli azzurri giocheranno contro la Juve alla quint’ultima di campionato e sarà quella ovviamente la partita chiave per alimentare le speranze di rimonta.
Tre volte l’inseguimento è riuscito alla Juve, due imprese consecutive piazzate dai bianconeri di Lippi nel 2001-2002 ai danni della Roma di Capello e nel 2002-2003 su Milan, Inter e Lazio. L’ultima in ordine di tempo è stato il colpo della Juve di Conte ai danni del Milan di Allegri nel 2011-2012: alla 29esima giornata i rossoneri erano a più quattro, lo scudetto andò alla Juve con quattro punti di vantaggio. Nei campionati dei tre punti a vittoria la prima rimonta la firmò Zaccheroni con il Milan riuscendo a recuperare sette punti alla Lazio e a chiudere a più uno sugli avversari: sorpasso alla penultima giornata con il successo del Milan sull’Empoli e il pareggio della Lazio a Firenze. Altri ribaltoni con i due punti a vittoria: l’ultimo piazzato dal Milan di Sacchi nel 1987-88 ai danni del Napoli di Maradona con la vittoria per 3-2 al San Paolo, quello del Torino di Radice nel 1975-76 sulla Juventus di Parola.

Il duello. Il Napoli ci crede, anche se l’approccio di Sarri e della squadra è quello di non pensare alla Juventus ma concentrarsi soltanto sul proprio cammino per migliorare quanto più possibile rispetto all’anno scorso (adesso la differenza è di più dieci) e mettere insieme il massimo dei punti (vincendole tutte il Napoli chiuderebbe addirittura a quota cento). Il duello riparte con la Juve a più quattro e con la possibilità dei bianconeri di salire addirittura a più sette se stasera riuscissero a battere a Ferrara la Spal, in attesa poi dell’impegno di domenica sera degli azzurri al San Paolo contro il Genoa. La formazione di Allegri scenderà in campo ancora una volta prima del Napoli che sarà poi costretto a giocare con una pressione maggiore per non perdere ulteriore terreno.

L’insidia Champions. Dopo la sosta per la Juventus comincerà, però, un vero e proprio tour de force con cinque partite tra campionato e Champions League in quindici giorni. I bianconeri ricominceranno dalla sfida all’Allianz Stadium contro il Milan, tre giorni dopo l’andata contro il Real Madrid a Torino e il sabato successivo la trasferta a Benevento. Poi il ritorno al Bernabeu e chiusura contro la Sampdoria. Fatiche di Champions che potranno andare ad influire sul rendimento in campionato, situazione diversa per il Napoli che è fuori dalle coppe e potrà continuare a concentrarsi su un solo obiettivo. Il cammino europeo della Juve potrebbe proseguire con l’eventuale semifinale d’andata che si giocherebbe il 24 o il 25 aprile e cioè tra lo scontro diretto con il Napoli e la successiva trasferta a Miano contro l’Inter e quella del ritorno che si giocherebbe il primo o il 2 maggio e cioè dopo la partita contro i nerazzurri e prima di quella interna contro il Bologna. Un dispendio fisico ma soprattutto mentale: la doppia sfida contro il Real Madrid richiederà infatti un grande dispendio nervoso già dai giorni di vigilia e determina un sovraccarico di stress nei giorni successivi ai match. Allegri può disporre di una rosa molto competitiva ed operare cambi in tutti i reparti ma la situazione diventerebbe più difficile da gestire in caso di infortuni.

Lo scontro diretto. Decisiva sarà la partita del 22 aprile, quella che il Napoli sarà chiamata a vincere per rosicchiare tre punti ai rivali e per bilanciare la sconfitta dell’andata al San Paolo (in caso di arrivo a pari punti infatti il primo parametro che andrebbe preso in considerazione è proprio lo scontro diretto). La tradizione è totalmente negativo all’Allianz Stadium: solo sconfitte per gli azzurri tra campionato e coppa Italia. Tante delusioni e addirittura soltanto tre gol messi a segno: quelli in campionato di David Lopez e Callejon e quello dello spagnolo nella semifinale di coppa Italia persa 3-1 e tra mille recriminazioni per il rigore non concesso ad Albiol e il gol conseguente in contropiede di Dybala. Il Napoli di quest’anno, però, si è rivelato più solido proprio in trasferta dove ha vinto dodici partite pareggiandone due con Chievo e Inter. L’ultima sconfitta proprio a Torino sedici mesi fa: il 2-1 con il gol decisivo di Higuain. La squadra di Sarri si è espressa meglio in trasferta: prestazioni sempre al top accompagnate da risultati sempre positivi. Al San Paolo invece gli azzurri hanno lasciato dieci punti (due sconfitte con Juve e Roma e due pareggi con Fiorentina e Inter)”.