Il migliore ed il peggiore azzurro in Cagliari-Napoli

Napoli

Gli azzurri superano in scioltezza il moribondo Cagliari di Zeman condannato ad una certa retrocessione e in rottura con tutta la tifoseria sarda. E’ stata l’occasione per chiudere una settimana da sogno in cui gli uomini di Rafa Benitez vincono tre gare (di cui due in trasferta) e, di colpo, tornano ad essere la squadra che segna di più in serie A. Un rammarico, se si pensa agli scontri diretti che il Napoli avrebbe potuto vincere, ma anche una flebile speranza per un finale di stagione in cui solo 5 punti lo separano dal secondo posto in classifica. Se l’ossatura della squadra rimane sempre identica, anche al Sant’Elia mister Benitez ruota i titolari in vista del return match di giovedì sera contro il Wolfsburg dove si dovrà consolidare il passaggio alle semifinali di Europa League

TOP –  Di certo il clima ostico creatosi contro i padroni di casa sardi poteva essere un boomerang per i partenopei che HAMSIK- COPERTINA1812dopo una timida sfuriata iniziale dei rossoblu hanno preso decisamente in mano il bandolo della gara e annullata ogni speranza di regalare punti come, purtroppo, capitato in altre circostanze. Giocano bene gli azzurri sebbene il giro palla sia meno rapido del solito. Insigne e Callejon spingono sulle fasce come dei forsennati e anche il Pipita Higuaìn si sacrifica molto andando a chiudere falle pericolose. E’ strepitosa la gara del capitano Marek Hamsik che è onnipresente fra le linee sarde e copre la trequarti macinando una considerevole mole di palloni giocati e creando, di fatto, i due assist per Callejon ed Insigne (anticipato da Balzano) che chiudono in pratica la partita già al termine dei primi 45 minuti di gioco. Nella ripresa il tecnico azzurro ancora una volta lo sostituisce ma ultimamente questi cambi non sono più il segno di mediocrità ma di un meritato riposo. Lo slovacco cede il posto a Gabbiadini, altro azzurro degno di nota,  che offre ancora un saggio del suo sinistro che chiude definitivamente la gara.

JORGINHOFLOP – Ci teneva tanto don Rafè a terminare in bellezza questa settimana delle meraviglie, sintomo che si vuole concludere il ritiro e aprire una nuova pagina per queste ultime sei settimane. Si sgola Benitez, più nervoso ieri che alla Volkswagen Arena e dalla panchina azzurra arrivano puntuali ordini e suggerimenti per tutti. Anche per Jorginho a cui il tecnico spagnolo continua a chiedere una centralità di gioco e un giro palla che passi sempre dai suoi piedi. Ma è pura utopia. Gli azzurri hanno una velocità e ritmo di gioco che non può passare dall’italo-brasiliano in quella posizione di campo anche se lui timidamente si propone e, puntualmente, gli si preferisce un retropassaggio o una corsa laterale per poi innescare la rapidità di Hamsik o di Higuaìn. Alla fine anche Jorginho si arrende perché soffre questa condizione tattica che non lo aiuta e lo rende praticamente un corpo estraneo nella macchina da gol degli azzurri. Una sofferenza che coinvolge Gargano costretto a dover giocare per due tamponando le falle create dallo smarrito compagno di reparto.

Massimo Avino

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"La prossima volta voglio nascere a Napoli ed essere napoletano a tutti gli effetti" (Lucio Dalla)

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