Inaugurazione stadio Maradona: una guerra tra SSC Napoli e Comune terminata in nulla di fatto

san paolo

I tifosi azzurri speravano di essere presenti all’inaugurazione dell’impianto rinominato in onore del Pibe de Oro, ma ora sembra tutto sia stato annullato, forse in maniera permanente

Lo scorso 25 novembre arriva la notizia che sconvolge il mondo del calcio: all’età di 60 anni, pochi giorni dopo il suo compleanno, viene a mancare Diego Armando Maradona. Stando a quanto raccolto dopo l’autopsia, Maradona sarebbe deceduto a seguito di un edema polmonare acuto, associato alla riacutizzazione di un’insufficienza cardiaca cronica.

In Argentina e a Napoli in particolare centinaia di migliaia di persone si riversano nelle strade per rendere omaggio al fuoriclasse, in terra partenopea sono tantissime le iniziative in suo onore e quella più simbolica e importante è sicuramente la rinomina dello stadio San Paolo, che è stato teatro delle sue gesta e dei trionfi che ha regalato al popolo napoletano.

Il 4 dicembre 2020 il comune di Napoli ribattezza l’impianto in “stadio Diego Armando Maradona”, da allora i tifosi non aspettano altro che poter tornare allo stadio che ora porta il nome del loro beniamino, ma purtroppo in occasione dell’inaugurazione ciò non sarà possibile.

L’inaugurazione e le polemiche

Il Comune di Napoli stabilisce che il “Maradona” sarà inaugurato la sera di giovedì 29 luglio, ciò coglie di sorpresa il presidente Aurelio De Laurentiis che dopo l’annuncio, non ha fatto mistero del suo dissenso, tanto che tutt’ora pare non abbia alcuna intenzione di partecipare all’evento. Il patron azzurro infatti si è limitato a commentare da Dimaro: “Il 29 luglio saremo in volo per Monaco di Baviera”, gli azzurri di Spalletti saranno infatti impegnati in un’amichevole contro il Bayern Monaco appena due giorni dopo.

Dal Comune arrivano pesanti accuse indirizzate al patron del club. Carmine Sgambati, presidente della Commissione Sport del Comune di Napoli, ha avuto questo da dire tramite i microfoni di Radio Marte: “Cambiare il presidente del Napoli non è nelle mie possibilità. Ma se potessi, cercherei di cambiarlo. Napoli non avvisato? Non è vero proprio. Quasi un mese fa, io personalmente insieme all’assessore Borriello e a Formisano e ai rappresentanti apicali della squadra abbiamo avuto una lunga riunione in sala tribuna d’onore e abbiamo prospettato tutte le possibilità per fare una cosa insieme. Ma quando ci viene detto che ci sono difficoltà per trovare gli steward o per offrire un caffè alle autorità allora facciamo da soli. Hanno messo in mezzo mille cose, hanno creato mille difficoltà“. Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tra club e comune è scontro totale.

L’assenza del Napoli e dei tifosi

Ne la squadra ne Aurelio De Laurentiis saranno presenti all’evento, con il club che addirittura minaccia di non far utilizzare il terreno di gioco per l’occasione, ma ciò che risulta ancor più incomprensibile è l’assenza dei tifosi. “Non possiamo disporre di troppo pubblico, ci dobbiamo accontentare di 1000 persone”, queste le parole di Ciro Borriello, assessore allo Sport del Comune di Napoli, a Radio Marte.

Proprio questa infatti sarebbe la ragione per cui la società avrebbe voluto spostare l’inaugurazione dell’impianto e della statua, infatti la Gazzetta dello Sport riporta che il Napoli aveva proposto di far slittare la manifestazione a settembre, durante la pausa per le nazionali. Quando magari la capienza per gli stadi poteva risultare allargata. Ma l’ipotesi non è stata presa in considerazione ed è stata subito scartata dal Comune.

Insomma, se la data dell’inaugurazione fosse stata riconfermata, lo stadio intitolato al fuoriclasse argentino avrebbe visto soltanto una piccolissima fetta di pubblico, con decine di migliaia di tifosi che anche volendo non avrebbero la possibilità di assistere alla cerimonia.

De Magistris decide: “Annulliamo tutto”

Gli scontri verbali degli ultimi giorni terminano così, con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che annuncia tramite i microfoni di Canale 21, che l’evento non avrà luogo: Ho molta amarezza, siamo stati rapidissimi ad intestare lo stadio a Diego quando è finito. Vedere un dibattito surreale e intossicato in questi giorni, perché volevamo fare un altro step, visto che non si può aprire lo stadio ai tifosi, è triste. Avevamo pensato di mettere una targa e una scultura, facendo intervenire 500 bambini. E che si è scatenato!… Se Maradona deve diventare un messaggio politico e noi i protagonisti di una divisione, allora l’evento non ha ragione di essere. Mettiamo da parte la festa e ricorderemo Maradona solo da un punto di vista istituzionale”.

Ecco dunque la conclusione della vicenda, le polemiche degli ultimi giorni potrebbero aver compromesso del tutto la possibilità per i tifosi di celebrare il fuoriclasse argentino e lo stadio in suo nome. Una cosa è certa, giovedì 29 luglio non ci sarà alcuna cerimonia, e in futuro? Staremo a vedere.

 

Alessandro Santacroce

 

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