Juve-Napoli: quando il calcio è più importante della salute delle persone

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Juve-Napoli: quando il calcio è più importante della salute delle persone

Quanto è accaduto ieri sera all’Allianz Stadium di Torino è destinato a rimanere nella storia della Serie A. Mentre dall’estero i maggiori giornali e testate sportive gridano allo scandalo, in Italia l’opinione pubblica è principalmente schierata da una parte: “la colpa è del Napoli”. Ma esattamente, che colpe ha il Napoli? Andiamo per gradi.

I fatti

Domenica 27 settembre il Napoli affronta il Genoa di Maran, reduce da un’ampia vittoria contro il Crotone per 4-1, all’esordio in questo campionato. Gli azzurri sconfiggono agevolmente gli avversari, che hanno dovuto fare a meno di Perin e Schone positivi al coronavirus, con un roboante 6-0. Quando i grifoni sono giunti a Napoli non risultava alcun positivo tra i membri dello staff e della squadra, se non i due giocatori, che non vennero nemmeno convocati per il match. Poche ore dopo la situazione cambia drasticamente, nel Genoa ci sono ben 14 casi di Covid-19 di cui 12 giocatori della prima squadra e due membri dello staff, di cui uno sintomatico. E’ così che da lunedì 28 settembre inizia per Gattuso e i suoi una settimana di preoccupazione e tensione, mentre da Genova continuano ad arrivare notizie di nuovi positivi, con i contagi che ammontano ora a ben 22, 17 tra solo tra i calciatori. A Castel Volturno la tensione era palpabile e la paura evidente, i giocatori temevano per le proprie famiglie, essendoci stati a stretto contatto poco dopo la partita e il primo tampone risultato negativo non è bastato a tranquillizzare gli animi. Arriva poi il momento del secondo e terzo tampone settimanale. Dal secondo risultano positivi Piotr Zielinski e un dirigente, dal terzo ed ultimo tampone settimanale risulta positivo anche Eljif Elmas. Poi la bomba: “Il Napoli non parte per Torino, decisione presa dalla Asl”, da qui ha inizio il caos.

La Juventus

La Juventus, dal canto suo si è comportata come nulla fosse, tramite i suoi profili social ha dichiarato che la squadra sarebbe scesa in campo, con o senza il Napoli, cosa che non è andata giù ai supporter azzurri, che hanno interpretato ciò come segno di sfida o provocazione. Durante la giornata di domenica in particolare i social media bianconeri hanno postato costantemente reminder che la partita si sarebbe giocata e che non ci sarebbe stato alcun rinvio, fino a postare anche la formazione ufficiale per la (non) partita prima di scendere in campo, con tanto di tifosi sugli spalti (anche se sui 1000 posti disponibili, soltanto una parte ha effettivamente assistito alla farsa). Perfino il presidente stesso della Juventus si è espresso sulla situazione: “ADL? Mi ha chiesto di rinviare la partita , ma io ho detto no. Noi scenderemo regolarmente in campo, ci sono delle regole e noi le rispettiamo, la lealtà sportiva è alla base di tutto“. Queste sono state le parole di Andrea Agnelli, colui che parla di lealtà sportiva, di rispetto per le regole, ma poi espone 38 scudetti, includendo i due revocati dopo Calciopoli.

Le conseguenze

Ora l’intera Serie A si trova nel mezzo di una bufera, c’è il timore che ora il Napoli abbia creato un precedente pericoloso, un precedente che potrebbe far ripetere casi analoghi a quello di Juve-Napoli. Ma Il regolamento parla chiaro, le Asl hanno il potere e il diritto di prendere decisioni del genere, ed è per questo che con molta probabilità, gli azzurri non si vedranno assegnare né la sconfitta a tavolino per 3-0 né la decurtazione di un punto in classifica, in caso di vittoria del ricorso. Intanto la procura ha aperto un’inchiesta, lo scopo della quale è stabilire se sono stati rispettati i protocolli sanitari validati dal Cts subito dopo la notizia della prima positività all’interno della squadra di Gennaro Gattuso, ovvero quella di Piotr Zielinski nella giornata di venerdì. Il verdetto del Giudice Sportivo sull’eventuale sconfitta a tavolino potrebbe arrivare mercoledì.

 

Alessandro Santacroce

 

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