Moggi: “Pistocchi e Ziliani due poveri diavoli, presto ci sarà un processo. Juve? Ho insegnato tutto ad Agnelli…”

L’ex dirigente della Juve, Luciano Moggi, ha parlato a margine della presentazione del suo libro per lo Juventus Club Angri. Ecco le sue parole raccolte da tuttocalcionews.it:

“Pistocchi e Ziliani sono due poveri diavoli, che sono stati messi dietro a una scrivania perché altro non sapevano fare. Pistocchi oltretutto pensa che l’artefice di questa situazione (Calciopoli, ndr) siano il sottoscritto e la Juventus, per cui scrive cose… Tra l’altro vi volevo anticipare anche che a dicembre a Monza ci sarà un processo contro Pistocchi ed è già stata fissata la data. Pensate che lui ha fatto anche cose un po’ particolari tanto è l’odio che ha dentro di sè, facendo dichiarazioni per mettere il sottoscritto contro tutti. E ha fatto più volte dichiarazioni contro la Juventus, che denigra costantemente. Idem Ziliani“.

“La Juventus ha un tracciato un po’ particolare su queste cose: ha detto di non voler rispondere per non dare soddisfazione a chi non merita. Io non so se sia questa la strada più giusta. Quando stavo alla Juventus ero un attaccabrighe e me li andavo a cercare, quindi sono due modi diversi di vedere le cose. Andrea Agnelli invece è un tipo più calmo che ragiona di più: ha imparato da noi per 12 anni e gli abbiamo insegnato di tutto e di tutti. Questo non gliel’abbiamo insegnato noi e l’ha imparato da solo. Non so se sia meglio tacere facendo parlare a vuoto tutti quanti, ma d’altra parte i risultati sono a favore della Juventus. Quando viene citato il nome di Pistocchi mi dà pure fastidio mettere il suo nome in giro.Quando lui dice che la Juventus ha rubato a Milano si dimentica che a imbrogliare contro l’Inter è stato Spalletti (ride, ndr) e i bianconeri ne hanno approfittato”.

L’acquisto più ostico? Tralasciando che per me niente è mai stato ostico, comprare Pavel Nedved è stato difficile. Ma non è stato complicato per l’acquisto in sé ma perché il giocatore non voleva venire a Torino. Quando Florentino Perez mi disse che voleva diventare presidente del Real Madrid, mi chiese di utilizzare il nome di Zidane per fare propaganda. Nel momento in cui mi accertai che sarebbe diventato sicuramente il numero uno dei ‘Blancos’, giocai d’anticipo andando da Cragnotti per comprare Nedved. Quando iniziai la trattativa con la Lazio non dissi che avevo venduto Zidane, altrimenti non lo avrei mai pagato “soli” 40 milioni. E tenni comunque nascosta la trattativa per poter vendere Zizou a più soldi, visto che Perez è ‘uno stretto’.

La difficoltà, come dicevo, è stata nel convincere il giocatore. Io lo chiamai e gli dissi: “Se ti portassi alla Juventus visto che quando veniamo a giocare all’Olimpico ci segni sempre un gol?”. Pavel mi rispose che stava bene a Roma, dove poteva giocare anche a golf. Io gli parli de La Mandria (la tenuta degli Angelli, ndr), ma lui non ne voleva sapere. E l’ho lasciato perdere. Poi un giorno, mentre era in Repubblica Ceca, lo richiamai e gli dissi: “Non è una questione tra me e te, ma una questione di cortesia. Io non voglio costringerti a venire qui per forza, ma almeno vieni a vedere dove gli Agnelli giocano a golf. Ti mando un jet privato a casa, arrivi a Torino che non lo sa nessuno, vieni alla Mandria e se l’ambiente non ti piace te ne ritorni a casa con l’aereo privato”. Lui accettò e io avvisai tutti i giornalisti del mondo, che scrissero che Nedved veniva alla Juventus. Quindi a Roma iniziarono a chiamarlo traditore e fu più semplice farlo pofirmare. Con questo escamotage ho fatto la fortuna della Juventus perché Pavel è una persona equilibrata ed intelligente, sia da giocatore che da dirigente. Quindi sono contento di quello che ho fatto: oggi è uno dei dirigenti più importante della Juventus“.