NAPOLI-MILAN, soffriamo ancora le provinciali! Se questo è calcio…

EDITORIALE – Napoli-Milan, i rossoneri conquistano un punticino con una prestazione da grande provinciale

NAPOLI-MILAN 1-1 – Qualcuno storcerà il naso leggendo il titolo, ma la sincerità che mi contraddistingue mi impone di fare un’analisi lucida e poco diplomatica dello spettacolo andato in scena ieri sera nel catino del San Paolo.

Stamattina c’è chi titola che il Milan abbia giocato al ‘Top’ e chi, dopo la partita, microfono alla mano, ha fatto i complimenti a Mihajlovic per la grande prestazione dei suoi uomini. Grande prestazione…?!?

Ovviamente, tutto è opinabile e nessuno può elevarsi a custode della verità assoluta, ma chi scrive (o dice) che il Milan abbia disputato una grandissima partita mente spudoratamente.

Che il Napoli sia leggermente in debito d’ossigeno è abbastanza evidente e, qualche mese fa, la partita contro i rossoneri l’avremmo vinta ad occhi chiusi. Ciò, però, non ci porta a rinunciare a giocare. Dopo il gol di Insigne c’è stato l’episodio sfortunato di Koulibaly che ha messo in condizioni Bonaventura di pareggiare e da quel momento è finito il calcio. Gli uomini di Mihajlovic avranno superato la metà campo si e no due volte nel resto della gara. Palloni buttati avanti ad occhi chiusi dai difensori nella speranza di beccare qualche attaccante e nessuna organizzazione di gioco. Higuain marcato letteralmente a uomo da un paio di milanisti.

È stato vergognoso vedere come il Milan per l’intera partita abbia rinunciato a praticare il gioco del calcio disponendo nove uomini dietro la linea della palla. Ieri sera, i rossoneri hanno sfoderato la versione 2.0 del credo di Nereo Rocco, papà del catenaccio. Cambiano i nomi ma i meccanismi di gioco sono sempre gli stessi. Facciamo qualche esempio: un tempo si diceva ‘chiudersi in difesa e sfruttare il contropiede’; nell’accezione più moderna, invece, si usa ‘mettere gli uomini dietro la linea della palla e approfittare delle ripartenze’. Riuscite a trovare delle differenze? No, perché sono la stessa cosa. Questo era il calcio di ‘rocchiana’ memoria praticato nell’immediato dopoguerra.

Il Napoli potrà anche non vincere lo scudetto alla fine di questa stagione, ma per gioco espresso e qualità dello spettacolo, ho l’impressione che tanti allenatori ‘moderni’ dovranno andare spesso in processione a Castel Volturno per imparare come si mette in campo e si fa giocare una squadra.

Sarri al suo arrivo a Napoli affermò che ci sarebbero voluti almeno tre anni prima di poter ammirare una squadra che mettesse in atto il suo ideale di calcio, ma a quanto pare il suo lavoro è già a buon punto se la Juventus, il Milan, la Roma e l’Inter quando hanno incontrato gli azzurri sono state ridotte al rango di mere provinciali. Rinunciatarie, arroccate in difesa ed esultanti per qualche punticino raccolto.

Se questo è il calcio che le migliori (o presunte tali) squadre del campionato italiano vogliono portare in giro per l’Europa, napoletanamente parlando mi vien da dire: “stateve a casa vosta che facite cchiù bella figura!”

Dario Catapano

direttore@forzazzurri.net

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

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