NAPOLI – Quell’insostenibile complesso delle piccole…

Napoli

La gara con il Sassuolo ha confermato che il Napoli soffre di un male divenuto sempre più incurabile con il passare delle giornate: l’atavico “complesso delle piccole”.

Dieci sono i punti che in questo campionato la squadra di Maurizio Sarri – vincitore anche del Premio Bearzot – ha depauperato contro le compagini cosiddette provinciali della serie A.  Ancora una volta, il match contro il Sassuolo mette l’accento su due preoccupanti difficoltà degli azzurri: il perpetuarsi di errori individuali e di squadra, spesse volte decisivi ai fini del risultato (come per esempio quello di Hamsik sul primo gol di Berardi), le ingenue distrazioni difensive – frutto di improvvisi e inspiegabili black out –  che mettono in evidenza il secondo e non meno trascurabile problema di cui soffre la formazione del professore Sarri: i cali di concentrazione emersi già in numerose altre occasioni, quando i partenopei hanno lasciato campo libero agli avversari pur riuscendo alla fine a vincere la gara ma non senza pericolosi patemi d’animo (vedi le trasferte di Roma ed Empoli).

La domanda a questo punto sorge spontanea. Perché il Napoli pur avendo il più delle volte il controllo assoluto della gara, va comodamente in vantaggio – dando la viva sensazione di chiudere il match alla prima occasione –  e poi gli sfugge improvvisamente di mano, facendosi rimontare così come è successo contro il Sassuolo che ha addirittura ribaltato il risultato?

I dieci punti che i partenopei hanno perso contro le piccole sono quelli che fanno, alla fine della corsa, la differenza rispetto alla Juve: al Napoli manca sostanzialmente il cinismo, la freddezza letale dei campioni d’Italia che alle piccole hanno concesso la miseria di soli cinque punti e tutti in trasferta, mentre in casa, distruggendo praticamente tutti, hanno conquistato un impressionante bottino pieno.

Sarri sa benissimo che l’obiettivo principale ancora da compiere è senza dubbio una crescita ulteriore di personalità dei suoi uomini, l’ultimo passo da compiere per acquisire la mentalità vincente, la ferocia tipica delle grandi squadre e credere ancora nella difficile rincorsa alla Roma.

Intanto si avvicina il delicato match di San Siro contro l’Inter. In questi giorni si lavorerà soprattutto sull’aspetto mentale, il secondo posto è un sogno lontano appena 4 punti ma mister Sarri non getta la spugna: “Il secondo posto resta ancora il nostro obiettivo e non permetto a nessuno di smettere di crederci”. Personalità, determinazione e cinismo, questi gli ingredienti di cui gli azzurri hanno bisogno per diventare grandi: l’ultimo passo da compiere per trasformarsi definitivamente da squadra spettacolare e bella da vedere a compagine feroce e vincente.

Raffaele Ariola