Quando c’è il Napoli, il batticuore è assicurato. Gli azzurri hanno vinto la terza partita di fila in una settimana ma sono partiti dallo 0-1, dal gol segnato dall’ex Quagliarella, lasciato libero in area. Poi c’è stata solo la squadra di Benitez. E c’è stato soprattutto Insigne, decisivo con il gol e l’assist: ha pianto quando ha ascoltato l’urlo della sua gente.
Il Napoli ha costruito e dilapidato molte, troppe, palle gol sullo 0-1. Pesanti gli errori di Higuain (ancora a secco in campionato) e Insigne dopo la rete di Quagliarella, bravo ad affondare Rafael e a gestire il sentimento verso i suoi ex tifosi che lo avevano insultato quattro anni fa: non ha esultato. Sembrava stregata la porta del bravo Gillet quando dopo 8′ della ripresa Michu ha centrato la traversa, però all’improvviso è girato il vento per gli azzurri.
Protagonista della rimonta Insigne, con il gol su colpo di testa da dieci metri a cui sono seguite calde lacrime e con l’assist per Callejon, autore di una prodezza sul raddoppio (terzo gol di fila). Lorenzo, escluso da Conte anche per la seconda tornata di convocazioni per la Nazionale, ha avuto un rapporto conflittuale con il San Paolo, com’è accaduto ad altri napoletani, più o meno bravi di lui: è stato fischiato due volte nel 2014, però non ha mollato e il contributo offerto alla vittoria del Napoli riaccende la nuova luce in questo rapporto.
La terza vittoria in una settimana è un buon segnale di continuità. La reazione del Napoli è stata efficace, non quella sterile vista in altre circostanze. La difesa ha commesso un errore sulla rete di Quagliarella ma si è poi blindata; l’attacco è riuscito a trovare i varchi per ribaltare la partita e vincerla. C’è stata un po’ di sofferenza nel finale, quando è calata la tensione per la vittoria ormai vicina: è su questi difetti che Rafa dovrà lavorare perché non si può correre il rischio di bruciare punti preziosi per la risalita in classifica. Il Toro si è lamentato per due rigori negati (Quagliarella strattonato da Albiol, poi il tocco di Zuniga col braccio) e il dopopartita è stato molto teso.
Fonte: Il Mattino