Nunzia Schiano in esclusiva: “Il calcio moderno? Meno poetico di un tempo!”

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Nunzia Schiano, in esclusiva ai microfoni di ForzAzzurri: “Ai giovani dico di studiare e di non pensare a facili guadagni”.

Con l’attrice napoletana Nunzia Schiano abbiamo parlato della sua recente interpretazione in Gomorra ma anche ripercorso le differenze tra il calcio di un tempo e quello moderno:

Quali sono gli attori che fanno sorridere Nunzia Schiano?

“Ce ne sono taniti, mi fanno divertire Biagio Izzo, Alessandro (Siani, ndr), Bisio, anche se lui è più completo. È difficile fare un solo nome, dipende molto anche dalle situazioni e dai film.”

C’è un regista con il quale non vede l’ora di poter lavorare?

“Dipende sempre dal progetto più che dal regista. Sono stata fortunata, ho lavorato con registi bravi, ce ne sono tanti in abito italiano con i quali mi piacerebbe lavorare, come Sorrentino o Muccino.

Com’è stato recitare un un ruolo dissonante dai soliti, come quello di Donna Nunzia in Gomorra?

“Assolutamente normale, recitare è il mio lavoro. Non sono stata io a decidere di interpretare certi ruoli, è stata una scelta di altri, nel senso che mi sono stati proposti ruoli di un certo tipo. In questo caso devo ringraziare Marco D’Amore e Claudio Cupellini ma soprattutto Cattleya e Sky che hanno creduto in me per un ruolo diverso.”

Avrebbe cambiato qualcosa nel finale di stagione?

“Rispetto molto le scelte degli sceneggiatori e dei registi, non cambierei nulla. Nel caso specifico dell’ultima stagione di Gomorra, non penso che non avrebbe potuto esserci un finale diverso, parliamo dell’epilogo della storia, è chiaro che bisognava dare un punto fermo.”

Quale messaggio vorrebbe che arrivasse ai giovani che si affacciano alla professione di attore?

Devono studiare (con lo stesso tono categorico del famoso “ve l’avita mangià di Benvenuti al Sud, ndr). Non è un mestiere che si inventa dall’oggi al domani, non è tutto rose e fiori, è un lavoro di sacrificio, non ci sono stipendi a fine mese. Non va intrapreso mirando semplicemente ai soldi perché si vede un modo patinato e si pensa che lì ci sono soldi facili, non è proprio così. Ci vuole studio e sacrificio ed a mano a mano che si va avanti è sempre più così, per ogni lavoro ci vogliono coscienza e scienza

È tifosa del Napoli?

“Sono tifosa del Napoli, oggi amo meno il calcio rispetto al passato. Ho vissuto gli anni in cui il calcio era fatto con passione, mio padre è stato prima calciatore poi allenatore in anni in cui si tifava in maniera energica ma il tifo era limitato allo stadio, era passione pura. Oggi mi appassiona meno perché il lato economico è diventato preponderante anche sul gioco. I parametri sono diversi, un po’ come nello spettacolo, prima c’era sacrificio anche da parte della famiglia, ora invece si penso solo ai prossimi guadagni. C’è esasperazione già sui campetti delle scuole calcio da parte degli stessi genitori che fanno male allo sport ed ai ragazzi. Preferisco il rugby, ci sono regole precise, lo si può ancora definire uno sport.” 

Ancora sul calcio moderno…

“Il calcio è tutto orientato all’apparenza, vedi anche il colore delle maglie, che è il simbolo delle squadre ne subisce conseguenze. Un giorno sono gialle, il giorno dopo blu a pois. La maglia è un simbolo importante, il marketing svilisce anche il concetto di identità nella maglia. In Serie A abbiamo maglie bellissime e storiche come quella della Sampdoria, quella del Torino anche, cambiarle continuamente non è identitario. Prima c’erano le bandiere come Riva, un campione che avrebbe potuto giocare ovunque avesse voluto e guadagnare di più, invece è rimasto a Cagliari, non si è mai mosso così come ha fatto Francesco Totti a Roma, sono esempi di reale attaccamento alla maglia.

Oltre a questo anche i prezzi contribuiscono ad un calo della passione verso il calcio, stiamo purtroppo parlando di un calcio meno romantico, meno poetico, stanno scomparendo anche i presidenti italiani. Non esiste più lo stile dei presidenti – chiude Nunzia Schiano – abbiamo visto cosa è recentemente successo al presidente della Sampdoria (ride, ndr).”

Mario Scala

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Il grande giornalista pone le domande giuste per far emergere ciò che altrimenti resterebbe nascosto.

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