Rafael: “Reina è stato un maestro. Io e Andujar siamo qui per il bene della squadra”

RAFAEL78Rafael Cabral, che, a meno di trattative dell’ultim’ora, sarà il portiere titolare del Napoli per la prossima stagione, ha rilasciato un’intervista a la Gazzetta dello Sport. Ve la riportiamo:

«Avrò una gran­de re­spon­sa­bi­lità, ma non ho paura e il Na­po­li non ha bi­so­gno di altri por­tie­ri».

L’ope­ra­zio­ne al gi­noc­chio è un lon­ta­no ri­cor­do?

«Sto be­nis­si­mo, non av­ver­to più do­lo­ri. Gra­zie a Dio mi sento più forte di prima. Vo­glio rin­gra­zia­re lo staff me­di­co del San­tos e del Na­po­li. Ho la­vo­ra­to sodo in que­sti mesi, sono al 100%».

Che cosa le la­scia in ere­dità Reina?

«È un mae­stro, ci siamo sen­ti­ti anche quan­do ero in Bra­si­le. Ha gua­da­gna­to un ti­fo­so».

Un derby in­ter­no Bra­si­le-Ar­gen­ti­na con An­du­jar in pro­spet­ti­va?

«Sia io che lui siamo qui per il bene della squa­dra. Che è la cosa più im­por­tan­te».

Nelle 11 gare gio­ca­te da lei la scor­sa sta­gio­ne, il Na­po­li non ha mia perso.

«E spero che con­ti­nui così a lungo quest’anno. La­vo­ran­do e par­lan­do poco. Sono pron­to. A co­min­cia­re dal pre­li­mi­na­re di Cham­pions Lea­gue».

Lei non ha avuto una vita fa­ci­le.

«Ho perso la mamma a 13 anni, sono cre­sciu­to in fret­ta. I miei ge­ni­to­ri hanno fatto tanti sa­cri­fi­ci. Mia mamma mi mandò a gio­ca­re a patto che stu­dias­si. Ho man­te­nu­to la pro­mes­sa».

Ha subìto gravi in­for­tu­ni: com’è riu­sci­to a rie­mer­ge­re?

«Gra­zie a Gesù, che mi ha dato la forza. Già al San­tos in prima squa­dra, a 16 anni, in al­le­na­men­to un com­pa­gno di squa­dra mi ruppe una gamba. Ma fu­ro­no i mesi più belli della mia vita, perché in quell’oc­ca­sio­ne co­nob­bi la fede. Gli in­for­tu­ni con­tro lo Swan­sea e quel­lo al go­mi­to del 2010, che mi fece sal­ta­re l’Olimpiade, li ho su­pe­ra­ti così. Pre­gan­do».

Se si parla di Bra­si­le, che cosa le viene su­bi­to in mente, a parte il do­lo­ro­so 7-1 con la Ger­ma­nia al Mon­dia­le?

«Penso a ciò che ho vis­su­to con la Seleçao. Ho gio­ca­to 4 gare, mi manca. Me­ne­zes mi con­vo­ca­va, con Sco­la­ri non sono più an­da­to. Non co­no­sco Dunga, ma aspet­to la chia­ma­ta».

Il Bra­si­le è ar­rab­bia­to con Zu­ni­ga per il fallo a Ney­mar.

«Sono af­fe­zio­na­to al mio amico, ab­bia­mo gio­ca­to nel San­tos. Ma Ca­mi­lo non vo­le­va far­gli male».

Reina ha pa­ra­to la scor­sa an­na­ta un pe­nal­ty a Ba­lo­tel­li. Lei è un pa­ra­ri­go­ri: a chi vor­reb­be pro­cu­ra­re un di­spia­ce­re?

«Non so a chi, ma cer­cherò di pa­rar­ne il più pos­si­bi­le».

Vin­ce­re lo scu­det­to: De Lau­ren­tiis è stato chia­ro.

«Ho tanti sogni: spero di pun­ta­re allo scu­det­to, di ri­vin­ce­re la Coppa Ita­lia, di fare bene in Cham­pions Lea­gue e di tor­na­re in na­zio­na­le, ma in­tan­to devo lavorare molto».

Carmine Gallucci

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360 gradi è l'angolazione minima con cui osservo il mondo. Twitter: @CarmineGallucci

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