“Si può stare incazzati dopo un 5 a 0? Eppure è successo”. A fare la clamorosa rivelazione è il collega Rino Cesarano sulla propria pagina Facebook che racconta l’immediato dopo partita di Napoli-Midtjylland. Passi per i giornalisti danesi che lasciano la tribuna stampa a pochi minuti dalla fine delusi dalla pesante sconfitta. Ma Aurelio De Laurentiis, no. Non dovrebbe essere arrabbiato. “De Laurentiis – prosegue a scrivere Cesarano – esce dagli spogliatoi con la faccia torva, scuro che più scuro non si può, tesissimo. “Bella camicia sportiva, stai lanciando una nuova moda”, provo a sdrammatizzare io. Macchè. Lui, incazzato, si rivolge a Formisano: “Fai fare una camicia di queste anche a lui”. Ed io: “Ma sto scherzando. Ho più di trenta camicie, sono a posto. Sei arrabbiato per quei cori insistenti e esagerati delle curve?”. Fa segno di no. Cerca Chiavelli, chiama Formisano, sta organizzando qualcosa. “Dove andate? Vengo anche io?”, chiedo timidamente ma con il sorriso sulle labbra”. Ma nulla, anche questo tentativo, all’apparenza inspiegabilmente, va a vuoto.
Cesarano, comprendendo allora che la tensione è anomala vuole vederci chiaro e pressa il presidente azzurro: “State andando a cena?”, insisto. De Laurentiis monta nello shuttle con vetri oscurati e finalmente: “Andiamo a lavorare”. “Per il nuovo film?”, ribatto. “Quale film? Andiamo a lavorare per il Napoli. Ci dobbiamo incontrare con quelli del Comune per firmare la convenzione-ponte. Neanche conosco i punti approvati in consiglio. Che lentezza, quanta burocrazia”. Capisco la situazione, prevedo una serata bollente. “Ma non era tutto a posto?”, aggiungo. “Ma quale a posto? Dobbiamo definirla“.
Delineato definitivamente il quadro della situazione, Rino Cesarano conclude il suo racconto scrivendo le sue impressioni in merito: “Resto basito. Già si sta giocando sotto deroga, si rischia di arrivare all’Udinese al punto di prima.”
Massimo Avino
