Sacchi: “Prandelli? Gesto di rispetto verso se stesso e la società, in Italia ci vuole coraggio a dimettersi”

Sacchi

L’ex tecnico del Milan e della nazionale commenta la decisione di Cesare Prandelli di dimettersi dalla Fiorentina

Arrigo Sacchi ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha parlato della scelta di Cesare Prandelli di dimettersi dall’incarico di allenatore della Fiorentina. L’ex tecnico campione d’Europa con il Milan e C.T della nazionale italiana ha visto diversi parallelismi con la sua scelta, nel 2001 di dimettersi a sua volta dalla panchina del Parra, dando di fatto l’addio al calcio.

Queste le sue parole:

In Italia ci vuole coraggio a dimettersi, perché non lo fa nessuno. E non parlo solo del calcio, ma anche della politica, delle istituzioni. Da noi chi si dimette è visto come un perdente, invece non è così. Ci vuole più coraggio a farsi da parte. Cesare poteva andare avanti, far finta di nulla, prendere lo stipendio, invece per rispetto verso se stesso e il club ha fatto un gesto di dignità e intelligenza, da grande uomo quale è. Ha vinto, ancora una volta.

Dopo una vittoria del mio Parma a Verona per 0-2, chiamai mia moglie e le dissi: basta, è finita. Per la prima volta, non avevo provato nulla. Nessuna soddisfazione, nessuna emozione. Lì capii che era arrivato il momento di chiudere. Smettere è stata la seconda decisione più giusta della mia vita dopo quella di fare l’allenatore. Ho dato tutto me stesso per 27 anni, sempre con lo stesso impegno, lo stesso perfezionismo, che fossi al Bellaria in Seconda Categoria o al Milan. Lo stress è stato un compagno di vita.

Nel momento stesso però in cui ho percepito che la gioia per una vittoria non compensava più lo stress, ho capito che il mio tempo da allenatore era finito. Andai da uno psicologo per capire se l’improvvisa assenza di emozioni fosse normale, mi rispose che non era normale l’ansia dei 27 anni precedenti. La colpa è della cultura della vittoria ad ogni costo, sbagliatissima. Il concetto del “se non vinci sei un fallito” è il peggior insegnamento che si possa dare a un ragazzo. L’errore, la sconfitta, fanno parte della vita. Perdi solo se non dai il massimo. E se non impari”

 

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