Shakhtar, la squadra in esilio che gioca sempre in trasferta ai confini con la Russia. Il motivo…

Lo Shakhtar in esilio non può giocare nel suo Stadio modello

La Donbass Arena era il vanto e l’orgoglio dello Shakhtar. È dal 2014 che la squadra che più ha dominato in Ucraina negli ultimi decenni non vi gioca più. È in esilio, dopo che i bombardamenti dell’estate di 3 anni lo hanno danneggiato. Da quel momento il pallone ha rotolato seguendo la direzione dei venti della crisi tra Ucraina e Russia e quindi lontano da Donetz. La squadra è lontana da tempo, prima viveva a Kiev poi a Leopoli e infine qui a Charkiv. Dopo aver raggiunto l’accordo con il governo locale per la gestione dello stadio di Metalist che, inutile dirlo, è fallito. Perché il calcio ai tempi della guerra è anche mollare tutto e andarsene via. Qui, negli anni d’oro, scelsero persino Collina come designatore degli arbitri.

Lo chiamano anche Shakthar do Brasil perché dal 2000 in poi qui hanno cresciuto decine di talenti brasiliani: ora ce ne sono circa 8 e tra questi le stelle Marlos, Dentinho, Taison, Bernard e così via. Lo Shakhtar è di proprietà di Rinat Akhmetov, uomo più ricco del paese nonché principale sponsor, all’epoca, del governo filorusso: amico personale di Yanukovich, si dice che ne finanziò l’ascesa al potere. Per questo, e per tutta l’Ucraina, lo Shakhtar è la squadra dei russi e quindi dei nemici della patria. Lo riporta Il Mattino