L’editorialista Umberto Chiariello ha concesso una breve intervista in esclusiva alla nostra redazione.
Con Umberto Chiariello abbiamo disquisito su diversi argomenti relativi ai recenti avvenimenti legati al Napoli, ovvero sui vari scenari futuri, di mercato e non:
Cosa si sente di rispondere ai tifosi che non ritengono Ancelotti un allenatore “da Napoli”?
“Nulla, non rispondo. Quando sarà concluso il ciclo Ancelotti, potremo dire se si sarà dimostrato l’allenatore giusto per il Napoli. Per il momento mi sento di dire che la sua storia, il suo curriculum ed il suo carisma tengono a bada tutto. Il rovescio della medaglia è che il suo carattere è molto morbido, simile a Benitez e forse al Napoli sarebbero utili profili come Bianchi o Sarri, dei martelli”.
Contro l’Atalanta, e non solo, è mancata la vena realizzativa, qual è la causa secondo lei?
“Francamente non me lo spiego. Guardando alle caratteristiche del parco attaccanti del Napoli, l’unico che ha un difficile rapporto con il gol rispetto ai tiri fatti è Insigne, fermo restando che è quello che ha più classe di tutti. Milik e Mertens hanno un buon rapporto minuti/gol, è difficile capire il perchè delle mancate realizzazioni. Le motivazioni possono essere la frenesia oppure la mancanza, da parte dei singoli, di caratteristiche da bomber implacabili. Il Napoli quest’anno ha sbagliato molti gol ma succedeva anche nelle passate stagioni con Sarri, evidentemente i nostri calciatori sono degli ottimi realizzatori ma non sono dei bomber cinici ed implacabili come ad esempio Icardi oppure Cristiano Ronaldo che toccano pochi palloni ma li buttano dentro.
Secondo la sua esperienza, cosa ha allontanato i tifosi dal San Paolo?
“Le cause sono molteplici. A mio avviso la causa principale è di natura logistica, se ne parla poco ma credo sia la problematica più grande. Negli anni ’70 il San Paolo era sempre pieno, il propellente era senza dubbio la voglia di vincere il primo scudetto ma aiutava anche il fatto che si giocava tutte le domeniche alle 14:30, la gente che veniva dalla provincia si organizzava. Oggi – continua Chiariello – con le partite sfalsate, in notturna soprattutto, la gente di provincia o viene in macchina o non viene più. In questo modo ed anche a causa della possibilità di seguire la partita in tv.
Riassumendo, abbiamo perso quindici se non ventimila persone per problemi logistici: calendario, trasporti e pay tv. Stanno contribuendo allo svuotamento del San Paolo anche la scomodità dell’impianto e l’assenza di una campagna abbonamenti, va ricordato che in passato potevano essere acquistati a rate tramite istituti bancari convenzionati. In ultimo ma non per importanza, anzi, la poca competitività della squadra, la gente non sogna ed è la ragione peggiore.
Una delle parole più in voga degli ultimi tempi è “rifondazione”, cosa ne pensa?
“La trovo una parola esagerata. Abbiamo calciatori con un’anzianità di servizio atipica per un club del calcio italiano, un caso unico. Nel calcio 5-6-7 anni con la stessa maglia è un’eternità. Alcuni come Albiol, Mertens e Callejon anche anagraficamente non sono più dei ragazzini. Sarà un mercato importante, ci saranno parecchi movimenti sia in ingresso che in uscita ma non credo che l’assetto base sarà stravolto. Setto o otto undicesimi saranno gli stessi.”
Mario Scala