Caso Mckennie, parla il vicino: “Erano più di 10 persone, essere famosi non gli da il diritto di infrangere le regole”

mckennie

Il vicino di casa del centrocampista bianconero racconta quello che ha visto

Il Corriere della Sera parla nella sua edizione odierna della festa svoltasi a casa di Weston McKennie. Anche Arthur e Dybala sono stati pizzicati a casa del centrocampista americano, con le forze dell’ordine che hanno identificato una decina di invitati. Pare che le cose però siano diverse da quanto viene riportato. Il vicino del calciatore americano, che ha rilasciato delle dichiarazioni al quotidiano, si dice sicuro che alla festa (o cena, come l’ha chiamata Dybala tramite una stories sul suo profilo Instagram ufficiale) ci fossero molte più persone.

Queste le sue parole:

«Non credo che essere un calciatore famoso dia il diritto di essere sopra le regole. Verso le 22.30 sono uscito a portare a spasso il cane, ho visto una fila di auto parcheggiate a bordo strada e un gruppo di persone, tutte senza mascherina, di fronte al cancello. C’erano Mercedes con targa spagnola, tante Jeep e poi sono arrivati diversi taxi con a bordo giovani ragazze. Visto che le cene tra amici non sono consentite e il coprifuoco era scattato da un pezzo, ho deciso di avvertire le forze dell’ordine. Identificate 10 persone? Mi sembrano poche, secondo me erano molti di più, magari qualcuno si è allontanato. Non ho nulla contro McKennie, che è un ragazzo tranquillo. E io sono un tifoso bianconero. Per questo mi dispiace, ma se invece di andare alle feste pensassero di più al campo…».

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