ADL in conferenza stampa: “Vi spiego come è andata con Spalletti”

ADL Spalletti

Aurelio De Laurentiis in conferenza stampa, le sue parole sul caso Spalletti e l’attuale situazione del Napoli

“Vi spiegherò perché ho detto che ci saremmo visti a ritorno dalla Supercoppa. Ragazzi, qui siamo in una famiglia perché altrimenti, dopo 19 anni, se io non dovessi considerare il partner napoletano, da chiunque composto una famiglia, ma una bella famiglia, che c’hai voglia dire dopo aver vinto uno scudetto? Avere sempre la cultura del dubbio, secondo me fa male fa male al fegato, fa male al cervello. Io devo ringraziare, per esempio, Umberto Chiariello, io mi diverto sempre ad ascoltare le sue parole. Parte sempre così, che sembra concentrato e poi a un certo punto parte e non lo ferma più nessuno, però dice delle cose con le quali alcune volte non sono d’accordo ultimissimamente. Tuttavia nel percorso iniziale, lui ha fatto centro, cioè è riuscito con grande lucidità a raccogliere tutto quello che era successo, ma era un po’ quello che immaginavo pure io. Poi certe cose non è sempre possibile dirle e recitarle mentre accadono, perché uno spera sempre che ci sia una soluzione ai problemi.

Allora vi spiego perché mi sono assunto tutte le colpe: perché io ho fatto bene il contratto a Spalletti, cioè Spalletti aveva lo stesso contratto di Benítez. Quando a un certo punto io ho esercitato l’opzione, perché anche qui io vedo che nel mondo del calcio l’istituto giuridico dell’opzione non è capito, molti pensano che l’opzione sia un fatto bilaterale, no l’opzione è un fatto unico. Cioè tu quando vieni a negoziare con me, io ti dico, guarda però io ti faccio un contratto per “x” tempo e in più voglio un’opzione per un ulteriore tempo, e quest’opzione ha un valore, tu puoi dire “no non mi sta bene” ma io l’opzione te la do. Poi decidi se negozi oppure no, ma l’opzione che Spalletti prevedeva un ulteriore anno, e io entro un termine predeterminato, non mi ricordo se fosse dal 31 maggio al 30 giugno, avevo il diritto di esercitarla e con una comunicazione scritta, perché poi legalmente se tu non fai una notifica scritta giuridicamente, nei modi che sono dovuti, non esiste la gentilezza in certi casi. Esiste un fatto dovuto di pura esecuzione giuridica.

Allora a un certo punto che cosa succede, poi ricorderete che noi siamo andati in un ulteriore ritiro nel mese di novembre/dicembre, quando c’è stata l’interruzione per il campionato del mondo. Siamo andati in Turchia, mi pare di ricordare due o tre settimane, siamo tornati e abbiamo fatto un gennaio meraviglioso, un febbraio meraviglioso e poi a marzo abbiamo cominciato ad avere un calo. Ricordiamoci tutti che la grande scoperta, la grande star dello scorso campionato era stata Kvara, poi da marzo fino a novembre non ha più segnato, e sai perdere uno giocatore in maniera così potente può creare dei problemi. Allora io devo riconoscere a Spalletti che dopo un primo anno, dove io gli ho fatto un cleaning di personaggi che secondo me rimanevano non a favore della società e del club. pur essendo dei professionisti. Però lui ha deciso nel secondo anno di dormire qui. Dormire qui significa anche non disperdere il proprio tempo in rivoli di frequentazione, ma essere concentrati sul pezzo, svegliarsi di notte, cosa che vedrete da lui confessata nel film che io sto finendo di montare.

Nella uscita dalla Champions, perché io mi aspettavo di poterla vincere, perché sei andato a un passo l’Inter che ha chiuso a 20 punti da noi in campionato, per quale motivo io non devo andare in finale e giocarcela fino all’ultimo? E allora boh, lì veramente sono rimasto molto, ma molto male. Sai, vincere uno scudetto è importantissimo dopo 33 anni, ma se vincevamo pure la Champions era una roba incredibile. Anche se andavo in finale mi avrebbe declinato la partecipazione al campionato mondiale della FIFA, che vale circa 100 milioni di possibili investimenti ulteriori.

Allora a un certo punto io al maschio angioino: premio Berto, 24 marzo, quindi ancora distanti dalle tre sconfitte che sono si sono verificate col Milan, io dico Spalletti resterà con noi. Lui non smentisce, non dice nulla. Il 2 aprile Napoli-Milan 4-0 in campionato, il 12 aprile Milan-Napoli 1-0, in Champions il 18 aprile, Napoli-Milan 1-1. In Champions poi la sfortuna col rigore, tutto quello che vi pare. Gli arbitri? Ragazzi però vedete, nella vita io mi ritengo un uomo libero e proprio per questo credo di essere molto ricco. Non perché mi posso permettere quello che altri non si possono permettere, anche di finanziare il nuovo stadio con i soldi miei propri personali, nuovo centro sportivo con 12 campi regolamentari su 30, cosa che faremo nei prossimi 24 mesi. Però voglio dire, io sono libero e a me non frega un cazzo degli arbitri, cioè se gli arbitri facessero i loro mestiere poi arriverà un momento in cui anche il var, anche il gioco del calcio, anche la Uefa, anche la fifa anche la federcalcio, dovranno a un certo punto ragionare in maniera diversa. Vedi la Superlega, che gli ho sempre detto una cosa sbagliata.

Torniamo quindi al punto, a un certo punto tre giorni, dopo il 21 aprile io per tirare su anche il morale di Spalletti, perché dico “si sarà ammosciato probabilmente dopo ste tre partite con il Milan”. Per dimostrargli che, anche se la squadra era in calo, io assolutamente con lui e non lo avrei mandato via per l’uscita dalla Champions. Quindi cosa feci, gli mandai giuridicamente l’esercizio dell’opzione e a un certo punto via PEC, perché quella era diciamo la modalità giuridica, che alcuni di voi hanno detto “ma come gli ha mandato la PEC?” Ma ragazzi, in America mi considerano un avvocato rompi coglioni quando faccio i contratti, ma non è perché sono rompi coglioni, perché quando tu parli di cose giuridiche parli di cose giuridiche quando parli di amicizia ne parli in privato e amichevolmente, ma i contratti sono contratti.

Avete visto quando abbiamo dovuto comprare quanto c’abbiamo messo, nulla è vero. Poi ci stanno molti che occupano dei posti e che non hanno la cultura dell’impresa, e magari veniva fatto pure su un foglio di carta a matita, ma non mi interessa a casa mia si lavora così. Allora io gli invio questa PEC per esercitare il diritto dell’opzione per la stagione successiva. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio, quindi parecchio tempo dopo all’altro, c’eravamo io Andrea Chimenti prima che lui ci comunicasse la sua intenzione di volersi prendere un periodo sabbatico, di voler tornare a fare il contadino, coltivare la sua bellissima terra in Toscana e compagnia bella. Abbiamo nelle settimane successive, anche perché molti di voi hanno detto “ma perché si è mosso così tardi de Laurentiis per cercare l’allenatore”. Ragazzi, qui non siamo ad un gioco di società, non è un calcio finto questo è un calcio vero. Allora quando tu vai a cercare qualcuno, tu c’hai anche quel qualcuno che ti può rispondere se mi interessa no non mi interessa. Allora io innanzitutto non mi davo per vinto e volevo trovare un modo, una modalità di trattenere non solo giuridicamente, che era un mio diritto ormai esercitato, ma anche amichevolmente e quindi fra questo e quell’altro, su e giù a me venne anche un dubbio che gravina già lo avesse contattato. Per avere questo dubbio però, poi c’hai dubbi, sono dubbi. Tu quando non c’hai le prove i dubbi lasciano il tempo che trovano.

Allora io a un certo punto qual è stato il mio errore, avrei esercitato l’opzione, lei o tu, rimani, poi andavamo allo scontro frontale e ci sarebbe stata una causa. Lui poi avrebbe abbandonato, ma io intanto dovevo tenere il punto fermo, perché se tu hai vinto lo scudetto, dici di amare tanto questa città non credo che poi con altrettanta semplicità tu dica non voglio più allenare. Perché altrimenti sembra che tu non credi più in quel gruppo che hai allenato, perché non è che perché Kim, che si sapeva perfettamente quando l’abbiamo contrattualizzato che sarebbe andato via dopo questa stagione, perché quella erano le condizioni per poter portare Kim qua. Poi Kim non lo conosceva nessuno, perché improvvisamente sembra che per grazia ricevuta di Kim abbiamo vinto lo scudetto, togliendo valori a tutti quanti gli altri, non mi pare. Allora il mio errore è stato quello di accettare la sua richiesta per riconoscenza per avermi portato dopo 33 anni lo scudetto a Napoli”.

Fonte foto in evidenza  —  Flickr.com —

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