Allegri ma non troppo, Max sta perdendo contro se stesso

Allegri

Allegri nell’occhio del ciclone, non basta la rimonta contro Thiago Motta

Allegri bis, fallimento in atto. La Juventus vive un incubo ed è quasi fuori dalla lotta Scudetto. Super Max ha perso se stesso.

Maurizio Sarri e Andrea Pirlo, amanti l’uno del tabacco e l’altro del Dio Bacco, potrebbero in questo momento riempire le spiagge italiane di scogli, tanto grandi sono i sassolini nelle scarpe che hanno da togliersi. “Questa squadra è inallenabile”, diceva l’attuale tecnico della Lazio. Troppo acerbo, si diceva dell’ex centrocampista del Milan. Un’illusione perenne, ha accompagnato le ultime due annate della Juventus, quella che l’allenatore in sella non fosse all’altezza di Allegri e che tornato lui, i bianconeri sarebbero istantaneamente tornati nell’élite del calcio mondiale. Sono bastate 5 partite per frantumare questa idea e riportare tutti alla realtà. L’inizio di stagione della Juventus è un disastro e come per i due predecessori, non ha come responsabile unico l’allenatore ma, una serie di fattori che finora a qualcuno ha fatto comodo tenere nascosti sotto il tappeto. Il tecnico però, non è esente da colpe. Come può Federico Chiesa essere messo in discussione dopo l’ultima stagione? Ha senso una battaglia contro de Ligt in nome dell’inesperienza? E’ giusto affossare il talento di Kulusevski, pagato 40 milioni un anno fa? Quanto pesa per i bianconeri una battaglia identitaria tra Allegri e il resto del mondo?

Dalla famosa lite con Adani, il pensiero di Allegri sembra essere cambiato radicalmente. Una lotta continua per dimostrare che l’allenatore non fa la differenza sul campo ma solo nella testa dei giocatori. Una battaglia contro la schematizzazione delle squadre che oggettivamente è senza senso. Una guerra persa in partenza perché quando si parla di calcio non si può prescindere dai risultati che, danno torto a Max. Come dimostrato da Tuchel, Klopp, Zidane e via dicendo. Tutti, guarda caso, Campioni d’Europa. Tutti, portatori sani di idee in controtendenza con il Max pensiero.

L’allenatore della Juve, nel tentativo di dimostrare che la teoria nel calcio non esiste, se non nelle parole di giornalisti ed opinionisti, ha intrapreso una strada che solo lui potrà invertire. La rotta, in queste condizioni, non potrà che essere il fallimento. La rosa dei bianconeri continua ad essere quella più pagata e probabilmente nell’insieme la più forte ma nelle parole di Allegri, i suoi non sono adatti a giocare per la Juve. Follia, pensando che tra i più criticati ci sono due dei migliori talenti del panorama calcistico mondiale: Chiesa e de Ligt. Il problema dunque, per Max, non è una squadra senza identità di gioco ma la personalità e l’inesperienza dei suoi interpreti.

L’Allegri bis in queste condizioni, lontane anni luce dalla realtà, è destinato al fallimento. L’unica arma a disposizione del tecnico bianconero è l’intelligenza. L’unico modo per sistemare le cose è fare un passo indietro nei confronti di se stesso ed alzare bandiera bianca. Ammettere di aver sbagliato è atto di coraggio che in questo momento è imprescindibile rispetto ai futuri successi del livornese. Qualora la sua scelta sia quella di far prevalere l’arroganza, quella di chi crede di essere l’unico portatore della verità, la sua seconda esperienza alla Juve sarà destinata alla storia, non per il successo ma per l’inevitabile declino.

 

 

Mario Porcaro