Benitez agli occhi di un insegnante…

BENITEZPrima domenica senza campionato e le mie dita hanno voglia di pigiare i tasti neri sulla tastiera del PC. L’impresa è ardua perché c’è poco da scrivere quando il calcio vero è già in vacanza. Potrei parlare del prossimo mercato del Napoli, ma non lo farò perché a parte Koulibaly tutto il resto sono soltanto notizie per riempire le pagine dei giornali. E allora scriverò della finale di Champions League tra il Real e l’Atletico Madrid, la bella favola della matricola che, contro tutti i pronostici, arriva in finale e fino al 93’ accarezza il sogno di……! Ops, ma questa è una storia già letta, alla fine i campioni (e i soldi) fanno sempre la differenza.

Ho trovato, l’argomento di oggi sarà Benitez! Poco originale? Ecchissenefrega!!! Il mister merita questo ed altro per cui, alla faccia dei detrattori del bravo e simpatico spagnolo, oggi parlerò di Rafa.

Cercherò di essere il più breve possibile anche perchè gli articoli sportivi troppo lunghi non li legge quasi nessuno (shhhh, ma non lo dite ai colleghi altrimenti potrebbero rimanerci male).

Dopo l’esperienza all’Inter Benitez decide di far ritorno in Italia. Il progetto di De Laurentiis gli piace e in breve tempo i due trovano l’accordo mettendo nero su bianco.

Il tecnico pretende (ed ottiene in parte) che i soldi della cessione di Cavani siano investiti per iniziare un processo di rinnovamento della rosa partenopea. Arrivano Higuain, Albiol, Reina e i ‘semisconosciuti’ Callejon e Mertens, solo per citarne alcuni.

Il Napoli deve uscire da quel modo di intendere il calcio fatto di lunghe attese, ripartenze e palle lunghe scaraventate dalla difesa a beneficio degli attaccanti (o l’attaccante?). La squadra ha l’obbligo di puntare in alto e certi obiettivi li raggiungi solo se sei tu ad imporre il gioco. Benitez tutto questo lo sa bene e, non a caso, è stato scelto proprio lui, l’allenatore che aveva vinto 10 trofei negli ultimi 12 anni.

I soliti noti (bacchettoni e sapientoni) sicuramente obietteranno che Rafa in occasione della conferenza di presentazione aveva promesso di puntare alla vittoria di tutte le competizioni parlando apertamente di ‘scudetto’, parola-tabù nella precedente gestione tecnica.

Lo scudetto non è arrivato, è vero, ma voi avete mai sentito un generale che carica le truppe dicendo che andranno incontro a una sconfitta? Per un vincente la parola ‘sconfitta’ va pronunciata soltanto alla fine dei giochi.

Alla fine Benitez ha portato a casa una Coppa Italia, un terzo posto in campionato e una Champions giocata ad altissimi livelli che ci ha visti uscire soltanto per differenza reti. Inoltre, ha inanellato una serie notevole di record.

Nella valutazione complessiva di una stagione bisogna tener conto di tanti fattori e non soltanto del risultato finale. Gli insegnanti, infatti, quando valutano gli allievi partono sempre dalla situazione iniziale fondando il loro giudizio anche su una serie di fattori che possono incidere nel corso dell’anno. Mister Rafa ha dato inizio a un percorso totalmente nuovo costituito da modulo, uomini e mentalità diversi rispetto alla passata stagione. Si consideri, poi, che in corso d’opera ha dovuto far fronte a infortuni seri (abbiamo perso 3 esterni su 4 e Hamsik per buona parte del torneo) dovendo recuperare, con ottimi risultati, anche un calciatore come Fernandez totalmente distrutto psicologicamente.

Tanta roba signori! Chi nega l’evidenza ha seri problemi ad approcciarsi con la realtà.

Questo primo anno è servito a gettare le basi e per dare un’identità di gioco alla squadra. Nella  prossima stagione serviranno pochi acquisti, ma di qualità ed esperienza, per completare l’organico.

Le grandi opere non si costruiscono in un anno e, forse, nemmeno in due. Pazienza, ci vuole tanta pazienza.

In conclusione, proprio come fanno gli insegnanti che stilano le pagelle del secondo quadrimestre, mi sento di esprimere il seguente giudizio: l’alunno Benitez, inseritosi in un contesto totalmente nuovo, ha saputo adattarsi in breve tempo all’ambiente e alle persone che lo circondano. Ha piena fiducia nei propri mezzi e utilizza con padronanza gli strumenti messi a sua disposizione. Il risultato raggiunto è, quindi, da considerarsi più che buono.

Dario Catapano

Dario Catapano

Laureato in giurisprudenza e giornalista dal Febbraio 2014. Nelle cose che faccio ci metto il cuore...e la faccia! Facebook: https://www.facebook.com/dario.catapano1 Twitter: @DarioCatapano

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