In un piovoso pomeriggio di novembre il Napoli non va oltre lo 0-0 sul campo del Chievo. Che dire? Una partita brutta, anzi, bruttissima per come i tifosi partenopei sono stati abituati a veder giocare la squadra da tre anni a questa parte.
Il brutto spettacolo, però, è imputabile solo in parte alla squadra di Sarri che, forse per stanchezza, non ha messo in campo la solita velocità e brillantezza di gioco. Un po’ di appannamento ci può stare, ed è giustificabile, se si considera che gli azzurri erano reduci da una gara di Champions giocata mercoledì sera contro il Manchester City. Il dispendio di energie fisiche e mentali è stato notevole e, per certi versi, penalizzante in chiave campionato.
Al di là delle giustificazioni quella contro i clivensi resta una brutta partita, ma meglio non farne un dramma! D’altronde, giocare contro squadre che mettono due-tre autobus davanti alla porta creerebbe delle difficoltà anche squadre più blasonate e tecnicamente meglio attrezzate del Napoli.
Possesso palla spaventoso, un numero impressionante di calci d’angolo a favore e un paio di occasioni che hanno impensierito l’esperto Sorrentino dimostrano come la Sarri-Band il proprio dovere l’abbia fatto. Non sempre produrre tanto però ti fa raccogliere i frutti sperati.
Alla squadra e al suo allenatore non si rimprovera nulla perchè hanno carattere, personalità e simpatia. Ciò che fa onore a questo Napoli e che, nello stesso tempo, genera invidie nelle altre big è che, nonostante tutto, gli azzurri hanno la propria idea di gioco e non rinunciano mai a metterla in pratica. La filosofia del Napoli è quella di giocare al calcio e di farlo bene, senza mai penalizzare lo spettacolo in nome del risultato. Lo ha fatto anche contro il Real Madrid e il Manchester City, squadre sicuramente di un altro livello, ed è questo che rende fieri tifosi partenopei e cultori del calcio in genere. In definitiva, il credo del Napoli è “creare calcio” non “distruggerlo”!
E’ vero che “il bel gioco da solo non ti fa vincere i trofei”, ma è pur vero, come si dice dalle nostre parti, che “primma o poi adda venì baffone!”